Economia sommersa e illegale: Istat, nel 2018 circa l’80% generata nel terziario. In aumento le attività senza autorizzazione o titolo

Circa l’80% del sommerso economico si genera nel terziario. In particolare, si concentra per circa due terzi in tre settori di attività economica: commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (40,3%), altri servizi alle imprese (12,7%) e altri servizi alle persone (12,0%). Per quanto il valore aggiunto totale i tre settori contribuiscono rispettivamente per il 21,3%, 26,8% e 4,0%. Lo comunica oggi l’Istat diffondendo i dati de “L’economia non osservata nei conti nazionali” per gli anni 2015-2018.
“Il ricorso alla sotto-dichiarazione del valore aggiunto – spiega l’Istat – ha un ruolo significativo nei servizi professionali e negli altri servizi alle persone, dove rappresenta il 12,9% del valore aggiunto, nel commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (12,4%) e nelle costruzioni (11,7%). Il fenomeno risulta meno rilevante negli altri servizi alle imprese (2,4% del totale del settore), nella produzione di beni di investimento (2,3%) mentre è marginale nella produzione di beni intermedi, energia e rifiuti (0,6%)”.
Per quanto riguarda l’impiego di lavoro irregolare, l’incidenza è più rilevante nel terziario (16,4%) e raggiunge livelli particolarmente elevati nel comparto degli altri servizi alle persone (46,9%) dove si concentra la domanda di prestazione lavorative non regolari da parte delle famiglie. Molto significativa risulta la presenza di lavoratori irregolari anche in agricoltura (18,8%), nelle costruzioni (17,3%) e nel commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (15,5%).
Il valore aggiunto generato attraverso l’impiego di lavoro irregolare ha un peso particolarmente rilevante, pari al 22,5% del valore aggiunto, negli Altri servizi alle persone, dove è forte l’incidenza del lavoro domestico. Il suo contributo risulta, invece, molto limitato nei tre comparti dell’industria in senso stretto (tra l’1,2% e il 3,0%) e negli Altri servizi alle imprese (1,6%). Nel settore primario il valore aggiunto sommerso è generato solo dall’impiego di lavoro irregolare e rappresenta il 17,1% del totale prodotto dal settore.
Nel 2018, infine, sono aumentate le attività dell’economia illegale che hanno generato un valore aggiunto pari a 19,2 miliardi di euro, pari all’1,1% del Pil; tale valore include l’indotto, ossia il valore dei beni e servizi utilizzati come input produttivi delle attività illegali. Rispetto al 2017, si è registrato un incremento dell’1,8%, pari a 342 milioni di euro, meno rilevante di quello dei due anni precedenti, quando l’economia illegale era aumentata di oltre 800 milioni l’anno.
Tra il 2015 e il 2018, le attività illegali hanno fatto registrare un incremento pari a 2,0 miliardi per il valore aggiunto e a 2,3 miliardi per la spesa per consumi finali delle famiglie, con una crescita media annua, rispettivamente, del 2,8% e del 2,9%.

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