Irlanda: vescovi Martin e Router in vista voto 8 febbraio, “prossimo governo metta persone al primo posto”

“Il prossimo governo deve mettere le persone al primo posto”. Questo il monito di Eamon Martin e Michael Router, rispettivamente arcivescovo e vescovo ausiliare di Armagh, in vista delle elezioni che si terranno in Irlanda il prossimo 8 febbraio. “Sabato 8 febbraio – esordiscono i due presuli in una dichiarazione congiunta – il popolo irlandese andrà alle urne in un momento molto difficile e ricco di sfide per molti nel nostro paese. Ogni settimana sembra portare con sé nuove e tristi storie di criminalità e violenza, suicidio, difficoltà o dipendenze. Queste elezioni offrono ai cittadini l’opportunità di scegliere chi governerà il nostro Paese e la possibilità di realizzare i cambiamenti che desiderano”. Cinque le emergenze indicate: questione alloggi, sanità, criminalità e violenza, Brexit, cultura della vita. “Attualmente migliaia di persone sono senzatetto in questo paese, tra cui un gran numero di bambini. Troppe giovani coppie e famiglie vivono in alloggi in affitto che a malapena possono permettersi”, scrivono con riferimento al primo punto. Di qui l’appello al prossimo governo a “mettere le persone al primo posto e non essere sempre vincolato dai poteri del mercato e degli imprenditori privati”. “Il nostro sistema sanitario deve poter mettere al primo posto le esigenze dei pazienti, riducendo i tempi di attesa per il trattamento e ponendo fine all’indignazione dei malati lasciati in barella per lunghi periodi”, proseguono. Di fronte all’enorme “aumento della vendita e dell’abuso di droghe illegali che hanno alimentato la violenza delle gang” sono “necessarie risorse extra per affrontare il problema alla radice”. Dopo il Brexit “sarà estremamente importante mantenere la libera circolazione di persone e merci oltre confine” e far sì che “il processo di costruzione della pace, riconciliazione e comprensione su quest’isola non sia in alcun modo minacciato”. Leggi e politiche che “contraddicono fondamentalmente la legge morale, come quelle che potrebbero violare la vita e l’integrità della persona in qualsiasi fase, dal concepimento alla morte, sono fondamentalmente ingiuste e devono essere contrastate, non solo per motivi di fede, ma anche in virtù della giusta ragione”, concludono i due presuli.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa