Salesiani: card. López Romero (Rabat), “dobbiamo essere presenti in periferie, frontiere e luoghi di guerra”

“Oggi come mai è necessario che i salesiani continuino a essere presenti nelle periferie, nelle frontiere, nei luoghi di guerra, proprio come ci ha indicato Don Bosco, il cui carisma è stato missionario fin dal primo momento”. Lo ha detto il cardinale salesiano Cristóbal López Romero, arcivescovo di Rabat (Marocco), questa mattina, a Roma, durante la conferenza stampa per illustrare le diverse realtà in cui operano i salesiani, i punti di forza, le sfide, e le nuove opportunità nell’odierno contesto sociale ed ecclesiale. Il cardinale ha poi sottolineato come “i salesiani abbiano una grande capacità di adattarsi ai diversi contesti anche politici e di essere realisti, in quanto il loro unico obiettivo è quello di agire per il bene dei giovani”. “Ciò – ha commentato – non significa però non essere critici. Vediamo le difficoltà ma cerchiamo di superarle con l’educazione e la formazione. Così come i radicalismi che sono generati esclusivamente dall’ignoranza”. “In Marocco – ha proseguito l’arcivescovo di Rabat – la nostra priorità è dare qualità all’educazione. Favorire il dialogo interreligioso con i musulmani attraverso esperienze di reciproca conoscenza, creando laboratori di pace che possono essere esempi per tutto il mondo. Ed infine donare speranza”. Il card. Romero ha infatti evidenziato come uno dei principali problemi dei ragazzi marocchini sia quello di sentirsi “prigioniero del proprio Paese e per questo il 50% desidera venire in Europa”: “A destra le frontiere con l’Algeria sono infatti chiuse, mentre a sud vi è il deserto, e a sinistra, il mare”. “Questa sensazione – ha concluso – è però soprattutto psicologica perché ci sono anche concrete opportunità di lavoro. Come salesiani abbiamo dunque il compito di dare fiducia al loro futuro”.

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