Cittadella dell’inclusione a Quarto: card. Bassetti, sia “sempre una risposta efficace ai bisogni insopprimibili di giustizia, inclusione, educazione, vita e speranza dei più piccoli”

“Fedele alla vocazione conciliare e a quanto quotidianamente ci indica Papa Francesco, la vostra Chiesa puteolana, attraverso l’opera di questa Fondazione, cerca di promuovere la fraternità e l’unità, sapendo che essa passa necessariamente per l’inclusione sociale di coloro che rischiano, soprattutto nelle periferie e nei territori più difficili, di essere lasciati ai margini della società”. Lo ha sottolineato, oggi pomeriggio, il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, inaugurando la Cittadella dell’inclusione, un progetto della Fondazione “Centro educativo Regina Pacis” (diocesi di Pozzuoli). “Quanti bambini, giovani, disabili, famiglie rischiano di restar fuori dalla comunità, ignorati, invisibili, dimenticati! La vostra Cittadella dell’inclusione nasce proprio per loro – ha ricordato il porporato -. Che le vostre comunità, i vostri progetti, il vostro servizio rappresenti sempre una risposta efficace ai bisogni insopprimibili di giustizia, di inclusione, di educazione, di vita e di speranza dei più piccoli, alle richieste di aiuto delle loro famiglie, di chi soffre nell’anima, nella psiche e ha bisogno di un ascolto e di un sostegno”. L’inclusione, infatti, “non è solo una questione sociale, progettuale, educativa ma è un fatto che affonda le sue radici nella mistica e nell’umanesimo cristiano!”.
Il porporato ha poi rammentato che l’opera sorge “nel luogo fondato più di quarant’anni fa da padre Giuseppe Russo, missionario e presbitero, che ho avuto modo di conoscere quand’ero sacerdote a Firenze. Padre Pippo aveva a cuore la fraternità universale e viveva secondo quanto espresso dal Concilio nella Gaudium et Spes: la Chiesa offre all’umanità la sua cooperazione sincera al fine d’instaurare quella fraternità universale. Nessuna ambizione terrena la spinge ed essa mira a questo solo: continuare, sotto la guida dello Spirito consolatore, l’opera stessa di Cristo, il quale è venuto nel mondo a rendere testimonianza alla verità, a salvare e non a condannare, a servire e non ad essere servito”.
Infine, un auspicio: “So che il vostro vescovo ha desiderato che questo luogo fosse, per tutto il vostro territorio, il segno dell’attenzione della vostra Chiesa al mondo dell’educazione e alle problematiche inerenti la marginalità sociale e per questo mi preme di ricordare a tutti voi che chi si dedica all’educazione e all’inclusione deve essere animato da una speranza incrollabile. È questo che vi auguro: che la speranza vi accompagni nell’impegno di ogni giorno in mezzo a coloro che Dio vi affida”.

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