Per la prima volta nella storia, l’obesità ha superato il sottopeso tra i bambini e gli adolescenti a livello globale. Secondo il nuovo rapporto Unicef “Feeding Profit: How Food Environments are Failing Children”, nel 2025 un bambino su dieci tra i 5 e i 19 anni vive con obesità, pari a 188 milioni di giovani. Il sovrappeso, che include anche i casi di obesità, riguarda oggi uno su cinque, ovvero 391 milioni.
Dal 2000, i tassi di obesità sono triplicati, passando dal 3% al 9,4%, mentre il sottopeso è sceso dal 13% al 9,2%. L’unica eccezione resta l’Africa subsahariana e l’Asia meridionale, dove il sottopeso è ancora prevalente.
In Italia, la situazione è preoccupante: il 27% dei bambini e adolescenti è in sovrappeso e il 10% vive con obesità. Sebbene il sovrappeso sia in lieve calo rispetto al 2000, l’obesità resta stabile. Allarmante anche l’aumento del sottopeso, passato dall’1% al 2%.
Il rapporto evidenzia come il passaggio da diete tradizionali a cibi ultra-processati, ricchi di zuccheri, grassi e additivi, stia compromettendo la salute dei più giovani. Questi prodotti dominano gli ambienti scolastici e familiari, mentre il marketing digitale ne amplifica la diffusione. Il 75% dei giovani intervistati ha dichiarato di aver visto pubblicità di junk food nella settimana precedente, e il 60% ha ammesso che queste hanno influenzato le proprie scelte alimentari.
“Servono interventi mirati”, dichiara Catherine Russell, direttrice generale Unicef. Di qui l’invito a governi e società civile ad agire con urgenza: “vietare la fornitura e la vendita di cibi-spazzatura nelle scuole”, proibirne la pubblicità, introdurre etichette chiare, “rafforzare i programmi di protezione sociale per affrontare la povertà di reddito” e consentire alle famiglie vulnerabili “l’accesso finanziario a diete nutrienti”. Senza interventi, l’impatto economico globale dell’obesità potrebbe superare i 4mila miliardi di dollari entro il 2035.