L’Associazione Don Bosco 2000 accoglie “con attenzione e soddisfazione” la sentenza n.96/2025 della Corte Costituzionale, che ha sollevato “forti criticità sulla normativa che regola il funzionamento dei Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr), definendola inadeguata e non rispettosa della libertà personale”. In un comunicato, l’Associazione di ispirazione salesiana, con sede a Piazza Armerina (En), ricorda che “la Consulta ha sottolineato che l’attuale disciplina è ‘del tutto inidonea’ a garantire il rispetto dei diritti fondamentali delle persone trattenute nei Cpr, configurando un vero e proprio ‘assoggettamento fisico all’altrui potere’, senza una cornice normativa sufficientemente chiara e garantista”. Una condizione che, di fatto, secondo l’associazione, trasforma questi centri in luoghi di sospensione dei diritti. Di fatto, la normativa “è l’ennesima sconfessione di una politica che non rispetta la dignità della persona migrante”. Ricordando analoghe prese di posizione assunte già in passato riguardo la politica migratoria del Governo, l’associazione chiede che “il legislatore intervenga rapidamente per colmare il vuoto normativo segnalato dalla Corte. È necessario un cambio di passo deciso e non più rinviabile, che superi definitivamente logiche punitive e disumanizzanti. Il nostro impegno continuerà ad essere quello di costruire percorsi di accoglienza, legalità e inclusione”.