“Un attimo di silenzio dopo l’annuncio. ‘Ma chi è lui?’ ci chiediamo. ‘Abbiamo capito bene? Leone?’. Tutti a cercare online. È il secondo Papa americano della storia. Sconosciuto a molti, ma conosciuto da Dio. Le aspettative sono immense per Robert Francis Prevost, statunitense, missionario agostiniano in Perù: essere un pastore nello stile di Gesù, semplice, vicino, compassionevole, capace di ascoltare il grido dei poveri e degli esclusi, con cuore profetico. Nato in Nord America, con radici profonde nel Sud globale. Saprà essere ponte tra mondi lontani e contrastanti?”. Da Gerusalemme, suor Cecilia Sierra Salcido, missionaria comboniana, invia alla redazione di “Popoli e Missione” alcuni pensieri a caldo. “Figlio di immigrati, invita a costruire ponti. Sogna un solo popolo in pace. Ringrazia Papa Francesco con gratitudine: ‘Sono un figlio agostiniano, per voi un cristiano, un vescovo’. Insieme alla Chiesa, desidera essere sinodale, missionario, accogliente verso chi ha bisogno, vicino a chi soffre. In spagnolo saluta la sua diocesi in Perù e chiede l’intercessione di Maria. ‘Nostra Madre Maria vuole camminare con noi, con la sua intercessione e il suo amore’. Parole ferme, anche se la voce trema”, sottolinea suor Cecilia. “Non è stato eletto un capo, ma un servo, un pastore, chiamato a lasciare un’impronta nella storia”. Aggiunge: “Per quasi un’ora, noi Comboniane – riunite da diversi Paesi per l’assemblea provinciale – siamo rimaste in silenziosa attesa, sospese, emozionate. Come milioni nel mondo, abbiamo interrotto tutto per vivere questo momento di grazia. Papa Francesco ci ha lasciato orme difficili da seguire. Ma Dio, nella sua fantasia e tenerezza, ha sempre donato alla Chiesa pastori diversi: non solo un Francesco, ma anche un Giovanni XXIII, un Giovanni Paolo II e tanti altri santi. Nessuno si aspetta una copia, ma un volto nuovo e fresco di Gesù. Il nuovo Papa è un discepolo, come Pietro, chiamato a camminare con i suoi successori per guidare il popolo di Dio”. “L’elezione del Papa è un evento della Chiesa, ma anche dello Spirito. E poiché la Chiesa è la sposa di Cristo, con Leone XIV come pastore, lo Spirito possa rinnovare non solo la Chiesa, ma la faccia della terra”.