Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha incontrato ieri i membri del Consiglio pan-ucraino delle Chiese e delle organizzazioni religiose. Il capo dello Stato – secondo quanto si apprende da una nota diffusa dalla presidenza e rilanciata dalla Conferenza episcopale ucraina (Rkc) – ha espresso le sue condoglianze per la scomparsa di Papa Francesco sottolineando “il ruolo del Pontefice e del Vaticano nel facilitare il ritorno dei bambini ucraini e il rilascio dei prigionieri”. Il presidente ha rivolto gli auguri pasquali ai rappresentanti delle confessioni cristiane e si è congratulato con la comunità ebraica per la Pasqua ebraica. Ha ringraziato il clero per le sue preghiere e per il sostegno ai soldati ucraini e a tutto il popolo durante la guerra.  In merito al cessate il fuoco, il presidente ha detto: “L’Ucraina è la prima a impegnarsi per porre fine a questa guerra”, ricordando a questo proposito che nei prossimi giorni si terranno “importanti incontri con la partecipazione di rappresentanti statunitensi ed europei”.

Il capo dello Stato ha espresso “gratitudine” alle Chiese e alle organizzazioni religiose per il loro impegno a sostegno dell’Ucraina in tutto il mondo, volto a “raggiungere una pace giusta e duratura, a trasmettere la verità sulla guerra e sull’eroica lotta del popolo ucraino e a riflettere sulla reale situazione della libertà di coscienza in Ucraina”. Durante l’incontro, il presidente e i leader religiosi hanno discusso anche della possibilità di dare ulteriore sviluppo al ruolo del cappellano militare, la cui missione è “fornire un supporto essenziale ai difensori dell’Ucraina in prima linea”. Il presidente ha infine ricordato che il Ministero dell’Unità nazionale è stato istituito specificamente per “aiutare gli ucraini costretti a lasciare le proprie case a causa dell’aggressione russa a mantenere il legame con la patria”.

All’incontro, oltre ai leader religiosi, hanno partecipato anche il vice primo ministro – ministro dell’Unità nazionale, Oleksiy Chernyshov, il vice capo dell’Ufficio del presidente, Olena Kovalska, e il capo del Servizio atatale ucraino per l’Etnopolitica e la Libertà di coscienza, Viktor Yelensky.