La Commissione pubblica oggi la sua quarta relazione sullo stato di Schengen, che “passa in rassegna gli sviluppi dell’ultimo anno e stabilisce le priorità per l’anno a venire”. “A 40 anni dalla sua creazione, lo spazio Schengen ha apportato profondi benefici all’Ue e ai suoi cittadini”, secondo l’esecutivo Ue. “È la spina dorsale del mercato interno dell’Unione e facilita la vita di quasi 450 milioni di persone. L’anno scorso, Schengen è stata ancora una volta la destinazione più visitata al mondo, accogliendo oltre mezzo miliardo di visitatori e guidando la crescita economica in tutta l’Unione”. Nel comunicato diffuso a Bruxelles si legge ancora: “Nel corso del tempo, Schengen si è evoluto in un sistema solido e globale, in cui gli Stati membri, con il sostegno dell’Ue, gestiscono efficacemente le frontiere esterne, la sicurezza e la migrazione in modo coordinato”.
Lo stato di Schengen 2025 riferisce in merito ai risultati, alle sfide e agli sviluppi nello spazio Schengen durante l’ultimo ciclo del periodo 2024-2025. “La piena adesione della Bulgaria e della Romania allo spazio Schengen rafforza notevolmente l’economia dell’Ue ed è la prova che gli Stati membri sono pienamente impegnati a migliorare ulteriormente la cooperazione nell’ambito di Schengen”. Inoltre, i requisiti Schengen “sono diventati un aspetto cruciale del processo di allargamento, in quanto tutti i Paesi candidati devono disporre di sistemi nazionali di governance Schengen pienamente funzionanti al momento dell’ammissione nell’Ue”. Inoltre, “l’intensificazione degli sforzi Ue ha portato a un calo degli attraversamenti irregolari alle frontiere esterne di Schengen, con circa 240mila rilevamenti, il livello più basso dal 2021”.
La relazione mostra che “le norme Schengen sono applicate correttamente” e “proseguiranno i lavori nei seguenti settori”: rafforzare ulteriormente la governance politica e operativa; accelerare l’attuazione del quadro di digitalizzazione per prevenire i rischi per la sicurezza; un approccio adeguato all’evoluzione del panorama della sicurezza con un quadro comune di intelligence, azioni operative congiunte e una maggiore cooperazione tra le autorità di contrasto; preparazione oltre i confini Ue “attraverso l’approfondimento delle relazioni con i Paesi partner del vicinato e non solo”. Inoltre “misure efficaci per rimpatriare coloro che non hanno il diritto legale di soggiornare nell’Ue”.