“Non può parlare di Dio chi poco parla con Dio”. Con queste parole, Leone XIV richiama il primato della preghiera nella formazione sacerdotale, nella lettera – redatta in lingua spagnola – inviata al Seminario maggiore arcidiocesano “San Carlos e San Marcelo” di Trujillo, in occasione del quarto centenario della sua fondazione. “La prima missione resta la stessa: stare con il Signore”, scrive il Papa, sottolineando che “la vita in seminario è un cammino di purificazione interiore”. Il Pontefice invita i seminaristi a lasciarsi plasmare dalla grazia, chiarendo che “il sacerdozio non può ridursi al solo ‘arrivare all’ordinazione’, come se fosse una meta esteriore o un rifugio da difficoltà personali”. E aggiunge: “Ciò che conta non è essere ordinati, ma diventare autenticamente sacerdoti”. Al centro, la relazione personale con Cristo: “Chi non prega, non conosce il Maestro; e chi non lo conosce, non può amarlo davvero né conformarsi a Lui”. Il Papa evidenzia il valore dello studio, che “non è semplice erudizione, ma fedeltà alla vocazione”, definendo la teologia “una forma di amore e di servizio”. Secondo Leone XIV, “una pietà senza dottrina scivola nel sentimentalismo; una dottrina senza preghiera si inaridisce”. La formazione, infatti, “conduce all’altare”, luogo in cui il sacerdote impara a offrire sé stesso, unito al sacrificio di Cristo. Infine, il richiamo alla paternità spirituale, che si esprime nel celibato, nell’obbedienza, nella povertà e nella misericordia: “Non esiste paternità a metà, né sacerdozio a metà”. E l’invito conclusivo: “Vivete ogni giorno come un tesoro irripetibile”.