4 novembre: Calabria, oggi a Cariati presentazione del volume “Giornali prigionieri”

Durante il primo conflitto mondiale, 600 mila soldati italiani, per metà catturati a seguito della disfatta di Caporetto, furono rinchiusi in circa 500 campi di prigionia in territorio tedesco e austro-ungarico. Morirono in più di 100mila. Quelli che rimasero furono segnati dalla drammatica esperienza per tutta la vita. La prigionia era una condizione di sofferenza, sia fisica che psicologica. Nella monotonia quotidiana fatta di appelli, pasti in comune, stenti e attese, si tentava tuttavia di mitigare il vivere doloroso con attività come la musica, il teatro, l’artigianato, la lettura e il giornalismo. Proprio i giornali di prigionia ricercati, analizzati e descritti da Giuseppe Ferraro nel libro “Giornali prigionieri. La stampa di prigionia durante la grande guerra” (Donzelli), ci permettono di conoscere dall’interno la vita dei prigionieri italiani, negli aspetti storici, culturali, sociali, psicologici e soprattutto umani. Un racconto “in presa diretta” sulle conseguenze e le atrocità della guerra, ma soprattutto “un faro puntato sull’animo dei prigionieri, pervaso dalla nostalgia delle famiglie e per la patria lontana, dalle mortificazioni di quella condizione e da un grande desiderio di pace”.
Il volume sarà presentato oggi, alle 17.30, presso il Civico Museo del mare, dell’agricoltura e delle migrazioni di Cariati (Cosenza) nell’ambito delle celebrazioni della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate in cui si ricordano i caduti di tutte le guerre e, nelle intenzioni degli organizzatori, l’impegno per la Pace. Al Museo, dopo i saluti istituzionali, il libro sarà presentato in dialogo tra l’autore e la direttrice del Museo, Assunta Scorpiniti, che ha curato l’incontro. Interverranno nel dibattito e con una selezione di letture gli studenti di alcune classi del liceo scientifico “Stefano Patrizi”. Ci sarà anche in esposizione una mostra documentaria su “Cariati, memorie di guerra e impegno per la pace”, curata dalla Direzione del Museo.

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