“Questo frutteto che abbiamo coltivato insieme non è ‘loro’ o ‘nostro’: è nostro. Ed è questa la bellezza del metodo scelto per le Schede, basato su un’autocoscienza comune”. Lo ha affermato il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, intervenendo alla presentazione delle “Sedici Schede per conoscere l’Ebraismo”, realizzate congiuntamente da Cei e Ucei e presentate oggi a Palazzo Borromeo, sede dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, nel 60° anniversario della Nostra Aetate. Per Zuppi, il lavoro condiviso rappresenta “un’amicizia vera, che non ignora le differenze, ma le affronta nella consapevolezza reciproca”. Le Schede, ha sottolineato, sono “uno strumento per tutti, anche per i tanti ‘fuori corso’ del dialogo, perché aiutano la comprensione e la conoscenza, antidoti contro ogni forma di antisemitismo”. Citando l’Esortazione Dilexi te, il porporato ha ricordato che “abbiamo bisogno di toccare la carne dei poveri, così come abbiamo bisogno di conoscere davvero l’altro per sconfiggere i pregiudizi”. Le Schede, ha concluso, sono “un’applicazione concreta della Nostra Aetate, che esprime il rispetto per il popolo ebraico e per una storia segnata anche da dolore e falsificazioni. Questo lavoro, nato nel solco del Concilio, è un frutto maturo da custodire e far crescere”.