Diocesi: Acireale, celebrato ieri il Giubileo degli adoratori eucaristici. Nelle cappelle e nei santuari un flusso ininterrotto di preghiera

Si è svolto lunedì 6 ottobre, nella Basilica Cattedrale di Acireale, il Giubileo degli adoratori eucaristici, presieduto dal vicario generale mons. Agostino Russo. L’incontro – informa la diocesi – ha riunito numerosi fedeli provenienti dalle cinque chiese e cappelle della diocesi in cui il Santissimo Sacramento è esposto per la preghiera continuata, dando vita a un intenso momento di comunione e di preghiera. La celebrazione ha avuto inizio con il rito della statio nella basilica dei Santi Pietro e Paolo, dove don Enzo Calà ha guidato la meditazione invitando i presenti a riscoprire l’incontro con Gesù nell’Eucaristia come esperienza viva e trasformante, capace di rinnovare la persona e la comunità. Dopo la lettura della Bolla di indizione del Giubileo e l’adorazione eucaristica guidata da don Alfio Privitera, il corteo ha raggiunto in processione la Cattedrale per la concelebrazione eucaristica, presieduta da mons. Russo. Tra i presenti, Maria Grazia Rapisarda, una fedele della parrocchia di Macchia di Giarre, ha raccontato che l’adorazione continua è per lei “un tempo di silenzio che illumina il quotidiano”. Suor Maria Clara, religiosa dell’Eremo Sant’Anna di Aci San Filippo, ha condiviso l’esperienza di chi vive ogni giorno davanti al tabernacolo: “L’adorazione – ha detto – è il luogo in cui tutto si rinnova e dal quale nasce il desiderio di amare e servire con generosità”. Attualmente, l’adorazione continua o prolungata si svolge in cinque luoghi della diocesi. La presenza degli adoratori in diocesi è garantita da turni di un’ora ciascuno, organizzati da sacerdoti e coordinatori, con circa 700 adoratori fissi e 180 saltuari, ai quali si aggiungono numerosi fedeli.
La rete di adorazione eucaristica, in costante espansione in tutta la Sicilia, si arricchisce di esperienze complementari come le oasi eucaristiche e le ore di adorazione settimanali o mensili in molte parrocchie, segno concreto di una fede che continua a generare vita, silenzio e comunione davanti all’Eucaristia.

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