Salute: Francesconi, “curare virus indifferenza”. Bolzonella (Univ. Verona), “farsi carico della povertà energetica”. Chiaramonte (Adoa), “modelli sostenibili e replicabili”

“Curare anzitutto il virus dell’indifferenza”. A chiederlo è don Claudio Francesconi, economo Cei e membro del Tavolo tecnico Cei per le comunità energetiche rinnovabili, intervenuto alla tavola rotonda su ambiente e salute, svoltasi all’interno del XXV convegno nazionale di pastorale della salute della Cei “Non ho nessuno che mi immerga, Universalità e diritto di accesso alle cure”, in corso fino al 15 maggio a Verona, Francesconi ha richiamato la Laudato sì: “Per una conversione ecologica occorre prima realizzare una conversione comunitaria”. “La promozione delle comunità energetiche – ha osservato –  ci sembra un approccio” in grado di produrre “un beneficio concreto e solido”. Per David Bolzonella, ordinario di impianti chimici (Università degli Studi di Verona), occorre “farsi carico della povertà energetica e delle necessità della collettività”; non si tratta solo di “un tema di energia: occorre ordinare le risposte ai bisogni secondo una priorità umana e solidale”. “Occorre fare scelte coraggiose per abbracciare il punto di vista di chi si occupa tutti i giorni di cura – ha osservato Federico Testa, presidente del Gruppo Agsm Aim -. Come Terzo settore abbiamo la responsabilità di stare sulla frontiera del bisogno. Per fare questo ci vogliono relazione, sguardi, formazione. Ci vuole visione ma soprattutto la capacità di camminare insieme”. “Uno degli aspetti della nostra ricerca – ha concluso Tomas Chiaramonte. segretario generale Adoa (Associazione diocesana opere assistenziali) Verona – è finalizzato a modelli sostenibili e replicabili nel tempo affinché possano essere utili per più persone possibili, e nei quali parte del ricavato vada indirizzato a chi vive situazioni di povertà energetica”.

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