Bolivia: la Chiesa si dichiara “in emergenza” dopo irruzione nell’abitazione del vescovo Stetter

Nuovo pronunciamento della Chiesa boliviana sull’azione giudiziaria intentata dalla Giustizia boliviana contro mons. Carlos Stetter, vescovo emerito di San Inacio de Velasco, con ulteriori dettagli sulla recente irruzione nella casa del vescovo. Ieri, nel corso di una conferenza stampa, mons. Fernando Bascopé, vescovo ausiliare della diocesi di San Ignacio de Velasco, ha dichiarato che la diocesi ripudia “l’atto illegale contro la Chiesa di San Ignacio de Velasco, in particolare quello compiuto contro mons. Carlos Stetter”, e ha ringraziato i cittadini per il sostegno e le numerose espressioni di solidarietà ricevute in questi giorni. “Chiediamo che la Chiesa di San Ignacio de Velasco, con i suoi sacerdoti e i suoi fedeli, si dichiari in emergenza e vigili per difendere l’azione della Chiesa per il bene del Vangelo”, la forte affermazione di mons. Bascopé, chiedendo la preghiera dei fedeli per continuare l’opera di evangelizzazione e promozione integrale. Da parte sua, Pedro Vallejo, avvocato che guida la difesa di mons. Stetter, ha spiegato che il procedimento penale è iniziato il 23 agosto 2023, e otto mesi dopo è stato emesso il mandato di perquisizione, azione illegale, perché al di fuori del periodo di indagine di sei mesi. D’altra parte, si è rammaricato che l’accusa sia di “legittimazione di guadagni illeciti”, dal momento che la Chiesa cattolica di San Ignacio de Velasco svolge attività sociale da oltre 300 anni. Ha anche chiarito che il patrimonio della Diocesi è destinato ad azioni sociali, le 194 proprietà immobiliari regolarmente registrate sono costituite dalla Cattedrale, dalle parrocchie, dalle unità educative e da altre a favore della popolazione. “Si guarda all’importo, ma non si guarda allo scopo, all’obiettivo di tutto questo”, ha sottolineato l’avvocato Vallejo.

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