Papa Francesco: secondi vespri, “vogliamo celebrare, accogliere e annunciare al mondo intero la speranza”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Gesù è disceso fino a noi per farci salire fino al Padre; è disceso in basso per portarci in alto; è disceso nelle profondità della terra perché il Cielo si potesse spalancare sopra di noi. Egli ha distrutto la nostra morte perché noi potessimo ricevere la vita, e per sempre”. Con queste parole il Papa, nell’omelia dei Secondi Vespri presieduti nella basilica di San Pietro, dopo la consegna e la lettura della Bolla di indizione del Giubileo, “Spes non confundit”, ha spiegato il senso della solennità dell’Ascensione e il “fondamento della nostra speranza”, tema del prossimo anno giubilare. “È questa speranza, radicata in Cristo morto e risorto, che vogliamo celebrare, accogliere e annunciare al mondo intero nel prossimo Giubileo, che è ormai alle porte”, ha spiegato Francesco: “Non si tratta di semplice ottimismo umano o di un’effimera aspettativa legata a qualche sicurezza terrena, no, è una realtà già compiuta in Gesù e che ogni giorno è donata anche a noi, fino a quando saremo una cosa sola nell’abbraccio del suo amore. La speranza cristiana – scrive San Pietro – è ‘un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce’. La speranza cristiana sostiene il cammino della nostra vita anche quando si presenta tortuoso e faticoso; apre davanti a noi strade di futuro quando la rassegnazione e il pessimismo vorrebbero tenerci prigionieri; ci fa vedere il bene possibile quando il male sembra prevalere; ci infonde serenità quando il cuore è appesantito dal fallimento e dal peccato; ci fa sognare una nuova umanità e ci rende coraggiosi nel costruire un mondo fraterno e pacifico, quando sembra che non valga la pena di impegnarsi”.

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