Congregazioni: don Pascual Chavez (Sdb), “trasformarle in presenze, rispondere a nuove sfide, lavorare in rete e con i laici verso una Chiesa sinodale”

“Oggi le Congregazioni, almeno in Europa occidentale ma non solo, devono necessariamente essere ristrutturate, tenendo presente che ciò che conta è il carisma e non le strutture, che queste devono essere quelle che oggi lo rispecchiano più fedelmente e devono essere al servizio della missione, che a sua volta determina la formazione, le attività e anche il governo”. Ne è convinto don Pascual Chavez Villanueva, già rettor maggiore dei salesiani, intervenuto alla penultima giornata della 101ª Assemblea dei superiori generali in corso fino a domani ad Assisi.
Per il religioso, “non si tratta, quindi, solo e soprattutto di chiudere o consegnare opere, ma di trasformarle in presenze, aprirne delle nuove per rispondere ai nuovi bisogni e nuove sfide, e collocarci dove possiamo essere più significativi socialmente e più fruttuosi pastoralmente e vocazionalmente, imparare a lavorare in rete e creare sinergia con i laici, camminando sempre più convintamente verso una Chiesa sinodale”. Tutto ciò richiede “una forte spiritualità personale, una vita comunitaria di grande qualità umana e religiosa, una presenza sul territorio capace di sollevare domande, di coinvolgere le persone e di trasformare l’ambiente”.
“La vita consacrata – conclude don Chavez Villanueva – è sempre, per natura, se autentica, memoria e profezia, fedele alla tradizione da cui è nata e impegnata nella trasformazione per la quale è stata suscitata dallo Spirito. Di qui l’imperativo categorico di attingere alle fonti della propria identità per trovarvi cammini di futuro, e valorizzare di più l’esperienza e la saggezza dei consacrati anziani e l’entusiasmo e l’innovazione dei più giovani”.

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