Fine Ramadan: mons. Repole (Torino e Susa), “condanna e rifiuto della guerra siano inequivocabili poiché ogni guerra è fratricida, inutile e insensata”

“Non lasciamoci tentare dall’odio, non lasciamo prevalere in noi l’odio e la sete di vendetta. La condanna e il rifiuto della guerra siano inequivocabili poiché ogni guerra è fratricida, inutile e insensata. In guerra non vince nessuno, perdono tutti. Di fronte alle guerre le religioni, più di tutti, hanno un compito alto, nobile e ineludibile”. Lo ha scritto l’arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, mons. Roberto Repole, nel messaggio “di auguri e amicizia” alle comunità islamiche inviato per la fine del mese di Ramadan.
“Da pochi giorni – osserva il presule – anche i cristiani hanno terminato il tempo penitenziale della Quaresima con la festa di Pasqua. Dio che legge nei cuori gioisce della nostra conversione interiore attraverso il digiuno e la preghiera, la condivisione delle gioie e delle sofferenze delle nostre famiglie, in particolare dei più piccoli e dei malati, la solidarietà verso i più bisognosi della comunità”. “Questo tempo benedetto – prosegue l’arcivescovo – si inserisce tuttavia in un contesto di conflitti e guerre che attenuano la nostra gioia. Papa Francesco ha più volte ripetuto che le crescenti ostilità tra le nazioni si stanno trasformando in ‘una terza guerra mondiale combattuta a pezzi’”. E il tragico bilancio delle guerre si manifesta nella perdita di vite umane, persone con ferite gravi, orfani e vedove, sfollati e profughi, distruzione di case e di infrastrutture”. “Le guerre affondano le loro radici nelle ingiustizie, nella brama di potere, nel disconoscimento dell’uguaglianza dei diritti e dei doveri delle persone e dei popoli”, sottolinea mons. Repole, che esorta: “Uniamo dunque le nostre volontà e i nostri cuori per spegnere il fuoco dell’odio e della violenza, attingendo alle risorse per la pace presenti nelle nostre tradizioni umane e religiose”. “Nel sincero desiderio di rinnovare i legami spirituali e di amicizia tra cristiani e musulmani – conclude l’arcivescovo – porgo i saluti più cordiali e fraterni alla vostra comunità e alle vostre famiglie, con particolare sollecitudine per i vostri bambini e le persone malate. Buon Eid al-Fitr”.

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