Caritas: mons. Savino (vicepresidente Cei), “governanti ritrovino la diplomazia, il dialogo, il confronto”

(da Grado) – “La pace è una sorpresa, un incontro, vedere un muro che non c’è più, accorgersi che già prima si poteva vivere senza una separazione”. Lo ha detto oggi pomeriggio nella concattedrale di Nova Gorica, in Slovenia, monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio e vicepresidente della Cei, parlando durante la preghiera con i 600 delegati del 44° Convegno nazionale delle Caritas diocesane. Da Grado ci si è spostati in bus a Gorizia e Nova Gorica, le due città separate internamente dal confine italo-sloveno, simbolo di una naturale e possibile convivenza pacifica tra nazionalità e culture diverse. “Questa scoperta – ha proseguito monsignor Savino – è dinamica, gioiosa, intima ma non privata, è collettiva e comunitaria. Riguarda le cose di ogni giorno e i posti dove noi abitiamo la vita”. “C’è una architettura della pace – ha osservato – che dipende dai governanti: devono recuperare la diplomazia, il dialogo, il confronto”. La guerra, ha affermato, “è il modo peggiore di vivere i conflitti” ma esiste “anche la strategia opposta della finta pace, ossia negare i conflitti e metterli sotto il tappeto”. Invece, ha concluso, grazie al confronto che richiede il conflitto diventeremo diversi e migliori, per predisporci allo stupore del muro che cade e della vita che diventa più vivibile e spaziosa”. Durante l’incontro sono state portate testimonianze di sacerdoti e abitanti di Gorizia e Nova Gorica che vivono il confine con grande naturalezza, come luogo di incontro e scambio. Per questo motivo entrambe le città sono state scelte come Capitale europea della cultura 2025. La cerimonia di inaugurazione sarà l’8 febbraio 2025. La visita pomeridiana si conclude oggi con la messa nella cattedrale di Gorizia presieduta dall’arcivescovo Carlo Maria Redaelli, presidente di Caritas italiana.

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