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Aborto: don Barrios Prieto (Comece) su voto a Risoluzione Parlamento Europeo, “inaccettabile e infondata”

“Dal punto di vista della Chiesa è inaccettabile”. Così padre Manuel Barrios Prieto, segretario generale della Comece, la Commissione degli episcopati dell’Unione europea, definisce il voto che avrà luogo giovedì prossimo al Parlamento Europeo sulla proposta di una Risoluzione che include il diritto all’aborto nella Carta fondamentale dei diritti dell’Unione europea. “È inaccettabile per vari motivi”, spiega il sacerdote. “In primo luogo perché si confonde sempre la promozione della donna, dei diritti e delle libertà della donna, con la promozione dell’aborto. Sono due cose totalmente diverse e noi lavoriamo per una Europa, in cui essere madri non significhi un problema per la propria vita professionale, sociale, e personale. Non si possono confondere i due ambiti della promozione della donna e della promozione dell’aborto, come a volte si fa”. “In secondo luogo – aggiunge don Prieto -, l’aborto non può essere visto come un diritto. Il diritto fondamentale è diritto alla vita. I vescovi fanno riferimento a questo nuovo a questa nuova Dichiarazione del Dicastero per la dottrina della fede sulla ‘dignità infinita’ dell’essere umano. Dal primo momento del concepimento fino alla sua fine naturale, questa dignità della persona umana è inviolabile e  sacra”. Ci sono anche altre argomentazioni che utilizzano i vescovi per mostrare “l’infondatezza” di questo voto come, per esempio, il fatto stesso che nel preambolo, la Carta dei diritti fondamentali richiama “il dovere dell’Unione europea di rispettare le diverse tradizioni legali, costituzionali, le culture dei diversi paesi. Alcune parti dell’Unione europea non possono imporre su altre una certa ideologia, un certo modo di vedere l’essere umano e la sessualità. Non è una sorpresa il fatto che siano i Paesi dell’est, costretti nella storia ad un’imposizione ideologica, a reagire con forza di fronte ad un’altra imposizione ideologica che adesso arriva dai Paesi dell’ovest”. Infine i vescovi chiedono che la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, debba “includere dei diritti in cui siamo tutti d’accordo e non imporre diritti che ci dividono. Questo non ha nessun senso”. Va pertanto in questa linea la Dichiarazione dei vescovi Ue: “mostrare che è infondata questa proposta di risoluzione e tornare a quelli che sono i valori fondamentali e fondanti dell’Unione europea”.

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