Scozia: i vescovi contro la legge sul suicidio assistito. “Idea che per alcune persone non esista speranza”

“È un’idea davvero pericolosa quella secondo la quale un cittadino può perdere il proprio valore come persona. È il messaggio che viene comunicato dalla legislazione sul suicidio assistito secondo la quale esistono situazioni nelle quali il suicidio è la risposta appropriata alle circostanze personali e alle preoccupazioni e ansie di un individuo. Questa legge normalizza il suicidio e dà il via libera all’idea che per alcune persone non esista speranza”. Con queste parole il vescovo di Paisley John Keenan, portavoce, in materia di vita, della Conferenza episcopale cattolica scozzese ha commentato, oggi, l’avvio dell’iter legislativo su “Assisted Dying for Terminally Ill Adults”, “Morte assistita per adulti malati terminali”, che potrebbe legalizzare, in Scozia, la morte assistita. La legge, che viene proposta dal parlamentare scozzese Liam McArthur, potrebbe rendere la Scozia la prima nazione del Regno Unito a dare il via libera alla morte assistita. L’ultimo tentativo di legalizzazione del suicidio assistito risale al 2015, ma il parlamento scozzese lo aveva respinto. Questa volta, invece, esiste una vera possibilità che la legge venga approvata. Negli scorsi mesi la Conferenza episcopale cattolica e le più importanti associazioni del movimento per la vita hanno condotto una campagna assidua contro l’Assisted Dying for Terminally Ill Adults, chiedendo ai fedeli di scrivere ai propri parlamentari perché si opponessero alla legge in parlamento.

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