Messa crismale: mons. Nerbini (Prato) ai sacerdoti, “far crescere le persone con un sorriso, accoglienza e ascolto”

(Foto diocesi di Prato)

“È bellissimo pensare, e tutti ne abbiamo fatto esperienza che il Signore ci permette a volte con poco di fare i miracoli. Un sorriso, l’accoglienza, l’ascolto, la condivisione, l’incoraggiamento, la correzione fraterna sono altrettante strade attraverso le quali far crescere le persone che ci sono affidate o che incontriamo nel nostro cammino e che portavano madre Teresa a coniare un detto semplice ma efficace: Meglio l’errore nella gentilezza che i miracoli nella scortesia”. Lo ha affermato questa mattina il vescovo di Prato, mons. Giovanni Nerbini, presiedendo in cattedrale la Messa crismale. Nell’omelia, il presule si è rivolto ai sacerdoti per ringraziarli, in modo “sincero e autentico” per il loro impegno ministeriale. Alla messa erano presenti una sessantina di presbiteri; nell’occasione sono stati ricordati anche due importanti anniversari di ordinazione: don Bruno Martini, parroco di Santa Maria Assunta a Narnali, e padre Venceslao Dal Cero dei Sacramentini, che quest’anno festeggiano cinquant’anni di messa.
Rivolgendosi poi ai fedeli presenti, mons. Nerbini ha esortato: “Amate i vostri sacerdoti, accompagnateli, fraternamente fatevi loro vicino per incoraggiarli, anche per consigliarli con umiltà come un fratello ed una sorella sanno fare. Questa preghiera che vi raccomando oggi deve guardare al presente ed al futuro della nostra Chiesa diocesana”.
Nel pomeriggio e in serata, in tutte le chiese, con orari diversi, verrà celebrata la messa “in Coena Domini”, nella quale si ricorda l’ultima cena di Gesù e si compie il rito della lavanda dei piedi. In cattedrale la celebrazione sarà alle 17.30, presieduta dal vescovo. Al termine la reposizione del Santissimo Sacramento. Fino a mezzanotte, informa la diocesi, le chiese saranno aperte per l’adorazione eucaristica; si rinnoverà l’appuntamento con una tradizione molto amata: il cosiddetto “giro delle sette chiese” in centro storico per far visita a quelli che un tempo venivano chiamati i “sepolcri”.

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