Messa crismale: mons. Savino (Cassano all’Jonio), “per la Chiesa è il tempo del lievito e del granello di senapa, non certo il tempo della rocca fortificata e delle truppe da combattimento”

“Siamo chiamati ad abbandonare ogni sogno di grandezza, anche per la Chiesa, consapevoli che lo Spirito e la storia del nostro tempo ci dicono chiaramente che è il tempo del lievito e del granello di senapa e non certo il tempo della rocca fortificata e delle truppe da combattimento”. È quanto ha affermato mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio, nell’omelia pronunciata per la Messa crismale, tenuta nella cattedrale della città delle terme. “Il lievito e la senapa hanno la consistenza, poverissima, della polvere: eppure, così insignificanti, contengono delle energie che, quando entrano nella pasta, come fa il lievito, e nel terreno, come fa il seme, crescono, danno vita ad altro da sé, realizzano la loro missione. Se invece vogliono conservare se stessi – ha evidenziato il presule –, rimangono sterili e sono totalmente inutili. Il mio sogno come cristiano, il mio sogno come ministro, è un sogno al singolare o al plurale? È il sogno dell’antico Giuseppe, dove gli altri fratelli si inchinano davanti a lui, o è il sogno di Gesù, dove lui si china a lavare i piedi dei discepoli? La Chiesa – ha sottolineato –, ce lo ricorda spesso Papa Francesco, potrà essere credibile e attrattiva nella sua missione di evangelizzazione nella misura in cui supererà la tentazione del potere e del prestigio e anche se parlerà e testimonierà non in prima persona singolare ma al plurale. La Chiesa è per il Regno di Dio che ci domanda di farci lievito e senapa, di farci prossimo alle persone scartate e vulnerabili e di vivere tra di noi la bellezza e la gioia della fraternità. Non dimentichiamolo mai: una parrocchia, anche la più organizzata e funzionale, una diocesi, anche la più strutturata nei servizi pastorali, non sarebbero attrattive e credibili se fossero litigiose, tristi e lamentose. Gesù, fondatore del nostro essere cristiani e Chiesa , ha annunciato e testimoniato vivendo il suo progetto, in obbedienza a Dio, il Padre, generando gioia, passione, entusiasmo, partendo sempre dal piccolo e dai piccoli. In questa celebrazione tutta bella e speciale chiediamo al Signore di liberarci dalla “concupiscenza dei risultati”, chiediamogli il dono della fedeltà e di abbandonare i calcoli strategici che mirano il più delle volte ad affermare se stessi, ad oscurare il Vangelo di Gesù e il Cristo del Vangelo, senza testimoniare il dono di noi stessi per il compimento del Regno di Dio”.

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