L’Aquila “Capitale Cultura italiana 2026”: card. Petrocchi, “non un privilegio ma giusto riconoscimento”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Non un privilegio accordato alla Città, ma giusto riconoscimento dei molteplici ‘Meriti’ acquisiti nel corso della sua storia”: così il card. Giuseppe Petrocchi commenta il titolo di “Capitale della Cultura” che oggi è stato assegnato a L’Aquila. “La Cultura – spiega il cardinale in una nota pervenuta al Sir – non è limitata al solo ambito accademico, di cui la nostra Università è insigne artefice, e neppure è circoscritta all’ammirevole patrimonio artistico e monumentale da cui l’intero territorio è impreziosito. Cultura è, anzitutto, formulazione di una ‘Visione-del-mondo’ che consente di elaborare e trasmettere una sapiente e fattiva ‘Lezione di Vita’”. Le vicende storiche che l’hanno attraversata hanno dato a L’Aquila la capacità di “esercitare un “magistero ideale ed esistenziale: in dimensione nazionale e mondiale”. Spiega l’arcivescovo: “Il Tesoro culturale, che l’Aquila custodisce, è radicato nei valori cristiani e umani che sono stati “collaudati” nella testimonianza di fiera resilienza e tenace creatività offerte davanti alle gravi sfide che varie epoche le hanno opposto”. In questa straordinaria “eredità spirituale, intellettuale, etica e sociale” brilla, ricorda il porporato, la Perdonanza celestiniana, che ha motivato Papa Francesco, nella sua recente Visita Pastorale del 28 agosto 2022, a proclamare L’Aquila “Capitale di Perdono, Capitale di Pace e di Riconciliazione”. Anche l’Unesco, sottolinea, “ha onorato la nostra Città, iscrivendo la Perdonanza nel Patrimonio immateriale dell’Umanità”. “Per queste ragioni – conclude il card. Petrocchi – la nostra non è solo una Città ‘tra” i monti’, ma è diventata una Città posta ‘sul’ monte: in senso evangelico. Città che dall’‘Altura culturale’ che ha faticosamente conquistato, può lanciare uno sguardo planetario e lasciarsi ‘guardare’ da quanti amano costruire un modo migliore, più degno dell’uomo”. Da qui l’augurio: “vola sempre più in alto, L’Aquila!”

 

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