Africa: Fatarella (Save the Children), “prioritario assicurare diritto a educazione inclusiva e di qualità”. Martelli (Com. Sant’Egidio), “sfida istruzione cruciale”

“Assicurare il diritto all’educazione inclusiva e di qualità per tutti i bambini e le bambine in Africa, e nel mondo, deve essere un tema prioritario per qualunque agenda politica. L’educazione rappresenta le fondamenta dello sviluppo dei singoli e della collettività, il mezzo per consentire a ciascun bambino il raggiungimento del suo pieno potenziale e per costruire società resilienti, inclusive e pacifiche”. Lo afferma Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children Italia, in vista dell’evento di domani a Roma su “Educazione, emergenza comune”, promosso dalla Global Partnership for Education (Gpe), nell’ambito del Civil 7, in collaborazione con il Coordinamento italiano Diaspore per la cooperazione, Avsi, Save the Children, Global Campaign for Education, Global Compact on education e Comunità di Sant’Egidio. “L’anno africano dell’istruzione, la centralità del continente africano e dell’educazione per la cooperazione italiana allo sviluppo, nell’anno della presidenza italiana del G7, non possono che rappresentare opportunità fondamentali per rilanciare con forza l’impegno e il partenariato globale volto al raggiungimento dell’Sdg4 entro il 2030”.
“La sfida dell’istruzione delle giovani generazioni è talmente cruciale per il futuro del continente africano e dell’intero pianeta che deve essere affrontata mettendo a frutto tutte le risorse disponibili. Si tratta infatti di una sfida enorme che anche nella Comunità di Sant’Egidio sentiamo come nostra responsabilità. Infatti, recuperare i marginali all’educazione e riportarli in percorsi di istruzione formale è il lavoro quotidiano di migliaia di volontari di Sant’Egidio in Malawi, Centrafrica, R.D. Congo e in altri 24 Paesi africani. Sono bambini che per le difficoltà della vita si sono ritrovati in strada, senza famiglia, senza certificato di nascita, che nei volontari di Sant’Egidio trovano il supporto per ricominciare o cominciare il percorso scolastico e di integrazione nella società”, spiega Evelina Martelli della Scuola di Pace della Comunità di Sant’Egidio.
“Parlare di futuro del continente africano come chiave del domani globale richiede, anzitutto, di rigettare la visione di istruzione come limitato insieme di obiettivi di apprendimento. L’istruzione che plasma l’avvenire è trasformativa, rende la persona capace di inserirsi nel proprio contesto locale in modo politicamente attivo e garantisce la padronanza degli strumenti utili a comprendere la dimensione internazionale nella quale ognuno è inserito. Investire in questo tipo di istruzione significa affrontare il nodo del colonialismo culturale e promuovere una cooperazione globale tra pari. Solo in questo modo si gettano le basi per realizzare luoghi dai quali non si voglia o si debba fuggire”, dichiara Emanuele Russo, coordinatore della Global Campaign for Education Italia.
“Educare significa trar fuori. Dobbiamo lavorare insieme perché i giovani in Africa possano trar fuori e sviluppare le loro doti, la loro fantasia e le loro capacità per costruire insieme un mondo migliore. La politica e le istituzioni sono chiamate a ridurre le debolezze dei sistemi educativi, valorizzando le soluzioni locali già oggi in molti casi innovative”, conclude Riccardo Moro, Chair del Civil7.

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