Nagorno-Karabakh: Poghosyan (Ambasciata Armenia presso Santa Sede), “il nostro Paese determinato a costruire la pace nel Caucaso meridionale”

“Il mondo è stato testimone del blocco di 10 mesi del Nagorno-Karabakh a opera dell’Azerbaijan, della crisi umanitaria, della mancanza di cibo, medicine, gas ed elettricità. Il tutto è culminato, tra il 20 e il 23 settembre 2023, in un’offensiva militare su larga scala, nella violazione dei diritti umani e nell’attacco indiscriminato da parte dell’Azerbaijan a civili e infrastrutture, fino a giungere alla pulizia etnica dell’intera popolazione autoctona armena del Nagorno Karabakh, costretta ad abbandonare case, luoghi di culto e un millenario patrimonio culturale e religioso”. Lo scrive, al Sir, Victoria Poghosyan, terzo segretario dell’Ambasciata della Repubblica d’Armenia presso la Santa Sede, Chargé d’Affaires a.i., in merito all’articolo pubblicato nei giorni scorsi sulla situazione in Nagorno-Karabakh.
“L’Armenia ha dovuto fronteggiare, lo scorso autunno, l’afflusso massiccio di oltre 100.000 rifugiati che nel giro di pochi giorni sono fuggiti dalla terra dei loro avi per timore di persecuzioni e barbarie. Il governo armeno ha adottato diverse misure per rispondere alle necessità dei rifugiati, tra cui si contano 30.000 bambini, e per facilitare la loro integrazione socio-economica che, nel medio termine, richiederà un contributo significativo”, afferma Poghosyan che puntualizza: “Per via del recente uso della forza da parte dell’Azerbaijan, il patrimonio culturale armeno in Nagorno Karabakh è stato, di fatto, ancora una volta sottoposto a distruzione, profanazione e appropriazione”. Di qui l’osservazione che “la politica – sponsorizzata dallo Stato – di deliberata distruzione e di alterazione dell’identità del patrimonio culturale è una sfida non solo per l’Armenia ma per l’umanità tutta. Oggi la gravità della situazione richiede un impegno urgente della comunità internazionale. A tal proposito, appoggiamo lo spiegamento della missione di esperti indipendenti dell’Unesco nel Nagorno-Karabakh, finora ostacolato dall’Azerbaijan. Ribadiamo inoltre l’importanza della rapida attuazione delle decisioni giuridicamente vincolanti della Corte internazionale di Giustizia al riguardo”.
In questo contesto, precisa Poghosyan, “l’Armenia sostiene senza riserve e apprezza grandemente i forti appelli lanciati di recente da Papa Francesco che rimane fedele alla sue posizioni di principio e continua a sostenere la soluzione di delicate questioni umanitarie quali la conservazione e la protezione dei luoghi sacri e il ritorno dei prigionieri di guerra”.
Il terzo segretario dell’Ambasciata della Repubblica d’Armenia presso la Santa Sede conclude: “Malgrado le sfide e le difficoltà di cui siamo testimoni da parte dell’Azerbaijan, l’Armenia è determinata a costruire la pace nel Caucaso meridionale. Riteniamo inoltre che sia importante per il futuro della regione escludere l’uso o la minaccia della forza e attuare programmi come ‘Crossroads of Peace’ sviluppato dal governo armeno”.

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