Diocesi: mons. Muser (Bolzano-Bressanone), “il primo disarmo inizia sempre nei nostri pensieri”

Da quest’anno cambia la data di celebrazione della solennità dei patroni della diocesi di Bolzano-Bressanone, i martiri san Cassiano e san Vigilio, che viene trasferita al 13 agosto. Molti presbiteri e laici avevano fatto presente che la solennità, finora fissata il sabato della seconda settimana di Pasqua, non poteva più essere celebrata adeguatamente viste le mutate condizioni pastorali. Il vescovo Muser ha scelto il 13 agosto come nuova data per festeggiare i due patroni diocesani, in quanto la solennità di san Cassiano era fissata in questo giorno da tempo immemorabile nell’allora diocesi di Bressanone.
In tutta la diocesi la festa dei patroni si è pertanto celebrata per la prima volta ieri (domenica 13 agosto). Il vescovo Muser ha presieduto la santa messa nel duomo di Bressanone, dove sono state esposte le reliquie dei due santi. “La festa dei nostri patroni diocesani è un’occasione per ribadire un segno distintivo e decisivo per noi cristiani di oggi: dobbiamo essere riconosciuti per il nostro atteggiamento nei confronti della vita e per la responsabilità che abbiamo ricevuto dalla fede nei confronti della vita”, ha detto nell’omelia il vescovo. Non di rado, ha aggiunto Muser, “il valore della vita e della persona si misura da quanto si possiede, quanto dimostra e quanto fa. La fede cristiana, invece, riconosce la vita in primo luogo come un dono e come un compito che ci è stato affidato da Dio. L’essere è sempre più importante del fare, dell’efficienza e del possesso”. Dal vescovo l’invito a “essere disposti a sostenere e a praticare la pace”. “Per nessuno di noi è facile trovare scuse quando si tratta della pace nel proprio matrimonio e nella propria famiglia, con i vicini, sul posto di lavoro, con i parenti, tra i gruppi linguistici nella nostra terra. Tutti possiamo essere promotori di pace oppure distruttori di pace.” Una cosa è certa, ha ribadito Muser: “Il primo disarmo inizia sempre nei nostri pensieri, nei nostri sentimenti e nelle nostre parole. È qui che abbiamo bisogno di una cultura del dialogo adeguata, nella vita personale e in quella sociale e politica, anche in vista delle elezioni provinciali ormai vicine”.

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