Colombia: padre De Roux (Commissione della Verità) a tre anni dalla morte del cooperante Mario Paciolla, “mi unisco al grido di giustizia della madre”

“Mi unisco con tutto il cuore al grido di giustizia della madre di Mario Paciolla, Anna Motta, davanti alla Procura del Gip italiano (16 maggio 2023). Chiedo che venga accolta la verità che lei sta ricostruendo, la verità degli amici che hanno conosciuto personalmente Mario, costruttore di pace nella Missione di Verifica delle Nazioni Unite. Allo stesso tempo chiedo che venga riconosciuta tutta la verità in Colombia, immersa nel dolore causato a milioni di vittime e che la morte di Mario Paciolla non rimanga nell’impunità perché solo con la giustizia, la verità e la non ripetizione si può costruire il futuro”. Sono le parole, affidate al Sir, dal gesuita Francisco De Roux, presidente della Commissione della Verità che ha concluso lo scorso anno il suo lavoro ricostruendo la storia del conflitto colombiano. Un appello forte a conoscere la verità sulla morte del cooperante italiano, avvenuta tre anni fa, il 15 luglio 2020, a San Vicente del Caguán. Frettolosamente catalogata dalle autorità colombiane come suicidio, molti sono in realtà gli elementi che la dinamica sia stata ben diversa. “Ho avuto una discussione con i miei capi dell’Onu e ho paura che in qualche modo me la faranno pagare”, disse Mario Paciolla alla madre in una telefonata allarmata, pochi giorni prima della sua morte.
Afferma da Bogotá Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani, che sulla vicenda ha condotto varie inchieste: “Bisogna rendere pubblici i documenti filtrati dell’esame d’autopsia svolto dal medico legale Vittorio Fineschi e dalla tossicologa forense Donata Favretto per la procura di Roma, dove si apprende che sebbene le coltellate sul cadavere potessero a prima vista essere classificate come autoinflitte, uno studio più dettagliato delle lesioni ha permesso ai medici legali di determinare che, mentre le ferite del polso destro presentavano ‘chiari segni di reazione vitale’, nella mano sinistra mostravano ‘caratteristiche sfumate di vitalità’, o ‘vitalità diffusa’, a suggerire che alcune delle ferite potessero essere inflitte ‘in limine vitae o anche post-mortem’, cioè quando Paciolla era in uno stato agonizzante o era già morto”. Prosegue Morsolin: “Padre Francisco De Roux, che ha appena compiuto 80 anni ed è ritornato a Bogotá per il primo anniversario della consegna del report finale della Commissione della Verità, con coraggio e determinazione chiede giustizia anche per Mario Paciolla. Un intervento molto importante”.

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