Diocesi: mons. Regattieri (Cesena), “nel 2020 praticati 230 aborti, riaffermiamo con forza l’opposizione a questa pratica malsana”

“È impossibile dare conto degli aborti clandestini, piaga che continua a colpire la nostra società, nonostante la Legge 194 avesse l’obiettivo di eliminarla. A Cesena nel 2020 sono stati praticati 230 aborti. Noi riaffermiamo con forza l’opposizione a questa pratica malsana”. È quanto scrive il vescovo di Cesena-Sarsina, mons. Douglas Regattieri, nel suo messaggio, intitolato “La vita, sempre: dall’inizio alla fine”, scritto in occasione della solennità di san Giovanni Battista, patrono della città di Cesena, e diffuso ieri in Cattedrale. “Al tempo stesso – aggiunge il presule – ci adoperiamo per aiutare la donna – spesso costretta ad abortire – ad affrontare la gravidanza. Lo facciamo attraverso l’azione di sostegno e di prevenzione del Centro Aiuto alla Vita, del Movimento per la Vita e dell’Associazione Papa Giovanni XXIII. Ringrazio i tanti volontari che in queste organizzazioni si spendono per aiutare le donne in gravidanza in difficoltà. Non posso che approvare e sostenere la proposta di legge di iniziativa popolare per la tutela giuridica del concepito, a trent’anni dalla ratifica della Convenzione sui diritti del bambino”. L’attenzione di mons. Regattieri si sposta poi sul tema degli abusi: “In diocesi opera il Servizio Tutela Minori che, in collaborazione con le comunità parrocchiali, con le associazioni e con le istituzioni civili, si pone come strumento idoneo per ascoltare anzitutto le vittime prendendole in carico e favorendo una cultura della prevenzione. Operando per la formazione e l’informazione di tutta la comunità ecclesiale – spiega il vescovo – il Servizio sollecita la creazione di ambienti sicuri per i più piccoli, l’attuazione di procedure e buone prassi, la vigilanza e quella limpidezza nell’agire, che sola costruisce e rinnova la fiducia”.

Mons. Regattieri, inoltre, ribadisce “la contrarietà alla pratica dell’eutanasia, all’accanimento terapeutico e alle disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita, la cui proposta di legge è attualmente in corso di esame in commissione al Senato. Al tempo stesso abbiamo forti perplessità circa le Dichiarazioni anticipate di trattamento. Un dibattito intenso è scaturito attorno ad alcune novità contenute nella legge. Le principali riguardano, in primo luogo, la possibilità di revocare il consenso a un trattamento che è stato instaurato anche nel caso che si tatti di un trattamento salvavita e anche nel caso di quelli che precedentemente venivano chiamati sostegni vitali come ventilazione artificiale, idratazione-nutrizione artificiali”. In generale, scrive il presule, “riteniamo che non vi è espressione di compassione nell’aiutare a morire, ma il prevalere di una concezione antropologica e nichilista in cui non trovano spazio né la speranza né le relazioni interpersonali. Inoltre crediamo che chi soffre vada accompagnato e aiutato a ritrovare ragioni di vita; occorre chiedere l’applicazione della legge n. 38, emanata il 15 marzo 2010, sulle cure palliative e la terapia del dolore, al fine di assicurare il rispetto della dignità e dell’autonomia della persona umana, il bisogno di salute, l’equità di accesso all’assistenza, la qualità delle cure e la loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze”.

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