Papa Francesco: ad associazione Fiat, “nostra casa comune scossa da molteplici crisi”. “Date un messaggio forte al mondo povero di umanità”

“La nostra casa comune è scossa da molteplici crisi. Non dobbiamo avere paura delle crisi; le crisi ci purificano, ci fanno uscire migliori. Senza paura! Per questo abbiamo bisogno di costruire un’umanità, una società di relazioni fraterne e piene di vita”. Così Papa Francesco, ricevendo questa mattina in udienza i partecipanti al Simposio “Sulle orme del Cardinale Suenens-Lo Spirito Santo, Maria e la Chiesa”, promosso dall’Associazione “Fiat”. In realtà, ha spiegato il Papa citando l’enciclica “Fratelli tutti”,  “le azioni derivano da un’unione che inclina sempre più verso l’altro considerandolo prezioso, degno, gradito e bello, al di là delle apparenze fisiche o morali. L’amore all’altro per quello che è ci spinge a cercare il meglio per la sua vita. Solo coltivando questo modo di relazionarci renderemo possibile l’amicizia sociale che non esclude nessuno e la fraternità aperta a tutti”. Di qui l’invito ad “essere testimoni, testimoni della misericordia, della tenerezza e della bontà di Dio”. “Cari amici, la Chiesa ha fiducia in voi. Vi esorto a dare, con le parole, le azioni e la testimonianza, un messaggio forte al nostro mondo, così povero di umanità. Possiate attingere, con la preghiera e con la missione stessa, alla sorgente della bontà e della verità, e trovare nella comunione con Cristo morto e risorto la forza di vedere il mondo con uno sguardo positivo, uno sguardo d’amore, uno sguardo di speranza, uno sguardo di compassione e di tenerezza, con speciale attenzione per le persone svantaggiate ed emarginate”, .”Vi esorto a dare, con le parole, le azioni e la testimonianza, un messaggio forte al nostro mondo, povero di umanità. Possiate attingere, con la preghiera e con la missione stessa, alla sorgente della bontà e della verità, e trovare nella comunione con Cristo morto e risorto la forza di vedere il mondo con uno sguardo positivo, uno sguardo d’amore, uno sguardo di speranza, uno sguardo di compassione e di tenerezza, con speciale attenzione per le persone svantaggiate ed emarginate”, ha concluso il Papa.

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