Comuni morosi: Cartello sociale Agrigento, “ai Comuni è consentito non pagare, ai cittadini disoccupati no”

Ammontano ad oltre 800mila euro le utenze non pagate dai Comuni per servizi già ricevuti nelle proprie strutture (sedi municipali, scuole e strutture varie). A tal proposito il Cartello sociale della provincia di Agrigento scrive una lettera aperta al consiglio di amministrazione Aica per conoscere quali azioni intende porre in essere per il recupero di queste risorse economiche non proprio modeste. “Non comprendiamo –  sottolineano i rappresentanti del Cartello – perché un cittadino magari disoccupato viene immediatamente diffidato e nei suoi confronti si avviano le procedure di riscossione coatta mentre ai Comuni è consentito di non pagare”.
Così come annunciato nella manifestazione davanti la prefettura due giorni fa, i rappresentanti dell’Ufficio diocesano di pastorale sociale, Cgil, Cisl, Uil “si rivolgono a quei sindaci che pubblicamente hanno dichiarato di non voler girare le risorse ricevute in prestito dalla Regione per consentire ad Aica di poter fare fronte alle spese impellenti, per sapere i motivi di tali ritardi e stigmatizzano il comportamento dei comuni morosi – si legge ancora nella lettera -. Il Cartello, inoltre, torna a fare un appello ai Comuni che hanno già avuto le risorse di “seguire l’esempio del Comune di Montevago, che nella giornata di ieri ha versato le risorse economiche per 75mila euro ricevute dall’assessorato e girate appunto ad Aica”. Il Cartello sociale, come promesso, “la settimana prossima se non riceverà riscontro da parte dei Comuni che hanno ricevuto i soldi e che non hanno proposto la relativa delibera al consiglio comunale manifesteranno davanti la sede di ogni singolo Municipio”. Nel frattempo si attende con fiducia il confronto che, sotto la regia della Prefettura, dovrebbe vedere seduti allo stesso tavolo i sindaci che con il loro comportamento hanno dimostrato di credere nel futuro dell’Azienda Consortile e gli assessori regionali interessati, quello all’Energia e quello alle Autonomie locali”.

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