Migranti: Gatti (Open arms), “la decisione del Senato ha ristabilito il diritto”

“Il fatto più importante di oggi è che si è ristabilito il diritto e si potrà far chiarezza in un’aula di tribunale su quello che è successo”. Così Riccardo Gatti, comandante della Open arms, commenta al Sir l’autorizzazione a procedere del Senato nei confronti di Matteo Salvini riguardo al processo per la vicenda Open arms dell’agosto 2019. “Per noi è importante vedere – afferma – che anche chi è al potere non può evitare di andare a processo se i suoi comportamenti sono mirati a creare sofferenza nelle persone. Tra l’altro violando evidentemente le normative internazionali e le leggi del mare. Significa ristabilire la correttezza delle azioni da parte delle istituzioni”. Gatti ricorda quei giorni bloccati in mare con 164  persone a bordo senza il permesso di sbarco e le numerose azioni legali che avevano intrapreso: “facemmo ricorso al Tribunale dei minori, al Tar, alla procura. Ogni giorno cercavamo di fare in modo che si ristabilisse il diritto e si rispettassero le leggi, perché la sofferenza di queste persone non venisse utilizzata per interessi politici o partitici”.  La decisione del Senato, ripete, “rappresenta l’inviolabilità di quelle normative internazionali e sovranazionali, che sono al di sopra di qualsivoglia decreto sicurezza e per la protezione delle vite umane in mare”. Gatti ricorda che tutte le Ong che salvano vite umane in mare si sono sempre mosse “dentro quel quadro internazionale di legalità che prevede obblighi normativi”: “Noi non stiamo portando avanti un discorso ideologico o una lotta politica ma rispettiamo queste normative che con i decreti sicurezza o le decisioni dei vari governi vengono violate quasi impunemente. Speriamo che non lo siano più perché ricordiamoci che stiamo parlando di vite umane. Queste decisioni politiche portano direttamente ad un aumento della sofferenza delle persone a bordo, che vengono da situazioni già molto critiche. E in quei giorni quello si richiedeva era proprio la salvaguardia della salute di queste persone”.

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