Grande distribuzione: Oxfam, migliora tutela lavoratori nei 5 maggiori gruppi italiani. No a sfruttamento piccoli agricoltori del sud del mondo

Grazie all’adesione di oltre 20mila consumatori che hanno chiesto a Coop, Conad, Esselunga, Gruppo Selex e Eurospin di adottare misure a difesa dei diritti umani di chi coltiva il nostro cibo e maggiore trasparenza, quasi tutti i maggiori gruppi della grande distribuzione (Gdo) italiana hanno compiuto passi in avanti. È’ il bilancio a un anno dal lancio della campagna di Oxfam “Al giusto prezzo”, in un nuovo rapporto e in una nuova pagella, rispetto al modo in cui la Gdo tratta quattro temi chiave – trasparenza e accountability, diritti dei produttori di piccola scala, diritti dei lavoratori agricoli, diritti delle donne – all’interno della propria filiera di approvvigionamento agricolo. Apprezzando i risultati conseguiti da parte di alcune aziende, Oxfam chiede oggi, in un contesto segnato dall’emergenza coronavirus, “un maggiore sforzo della Gdo per garantire condizioni di vita e di lavoro dignitose, per migliaia di braccianti e operai agricoli che operano per rifornire ogni giorno i loro scaffali, a partire dallo schierarsi in favore della regolarizzazione dei lavoratori stranieri senza documenti, presenti nel nostro territorio”.
Complessivamente, tutte le aziende analizzate hanno compiuto passi in avanti. Tra tutti, è soprattutto Selex ad avere messo in campo un progressivo impegno in termini di trasparenza, con la pubblicazione di policy aziendali inerenti i diritti umani nelle filiere, e l’avvio di un importante progetto di produzione agricola etica. Un lavoro che porta l’azienda dallo 0% del 2018 ad un +23% nel 2019. Mentre Coop mantiene in media punteggi più alti su tutti i parametri presi in esame, con un miglioramento complessivo del 13% delle proprie politiche. Significativi sono anche i progressi di Conad e Esselunga in tema di tutela dei lavoratori – entrambi + 25% – e di difesa dei piccoli produttori rispettivamente + 25% e + 21%. Invece Eurospin per il secondo anno consecutivo chiude la classifica con il punteggio più basso (2%). Allarmante tuttavia, secondo Oxfam, il ritardo di tutti gli operatori  in tema di diritti delle donne: solo Coop raggiunge un + 14%, mentre le altre quattro aziende ottengono un punteggio pari a zero, per il secondo anno. Da Oxfam, infine, la richiesta di maggiori tutele per i piccoli agricoltori del Sud del mondo di fronte allo sfruttamento di cui sono virttime.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo