Cultura: Munera, scaricabile gratuitamente il numero speciale “Il mondo che verrà” dedicato al post Covid-19

Milioni di informazioni, di cui molte contraddittorie, tanta confusione, infinite parole, soprattutto portatrici di dolore, paura, consolazione, ci raggiungono nella solitudine delle nostre abitazioni. “Munera. Rivista europea di cultura” ha sentito l’esigenza di una riflessione: “Niente sarà più come prima”. Quale sarà il futuro dell’umanità? Forse, passata la crisi, tutto tornerà come prima, ma certamente quanto è accaduto ci chiede almeno di progettare e sognare un mondo diverso. È dedicato al post Covid-19 il numero speciale della rivista (2/2020) disponibile online gratuitamente su http://www.cittadellaeditrice.com/munera/.
La prima sezione è dedicata a “L’esistenza e la spiritualità”. Stefano Biancu sottolinea le parole chiave dell’etica che verrà: vulnerabilità e responsabilità. Sergio Astori prospetta uno scenario che avrà al centro l’inclusione sociale e i saperi che derivano dalle attività di cura. Pierluigi Galli Stampino ripone la speranza nel cuore. Ghislain Lafont ci ricorda la centralità della fratellanza. “La società e le istituzioni” è il titolo della seconda sezione. Giuseppe Gario invoca solidarietà economica, politica, sociale e istituzionale; Pasquale Rotunno indica il bene comune quale faro per il servizio pubblico di informazione. I concetti di cittadinanza inclusiva e di dimora sicura sono ribaditi da Maria Antonietta Crippa, mentre Fabio Macioce prevede una nuova età dei doveri. Per Aldo Travi la crisi dell’Italia è innanzitutto una crisi culturale; Giuseppe Tognon mette in evidenza le difficoltà dell’Europa a essere guida e ad avere una direzione comune. Nella terza sessione “Le arti per un mondo diverso”, Calogero Miccichè descrive la bellezza della natura quale balsamo per le ferite dell’animo e per il trionfo della vita. Pierantonio Frare elogia il valore della letteratura; Claudio Bernardi e Annamaria Cascetta raccontano il ruolo centrale del teatro. Uno sguardo anche al cinema attraverso le parole di Paola Dalla Torre.

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