Mezzogiorno: Bianchi (Svimez), “il southworking un’opportunità per favorire il ritorno di capitale umano al Sud”

“Tra i vantaggi che i lavoratori percepiscono di più nel momento in cui gli viene proposto lo spostamento nelle aree del Mezzogiorno, i principali sono il minor costo della vita, seguito dalla maggior possibilità di trovare abitazioni a basso costo. Per quanto riguarda gli svantaggi, spiccano i servizi sanitari e di trasporto di minor qualità, poca possibilità di far carriera e minore offerta di servizi per la famiglia”. Sono alcuni dei dati contenuti in un capitolo del Rapporto Svimez – che sarà presentato martedì 24 novembre – dedicato al “Southworking”.
Nel corso di un incontro promosso dalla Fondazione con il Sud, il presidente Carlo Borgomeo ha rilevato che “in questi mesi non si è solo dato un nome al fenomeno, con l’Associazione South Working appunto, ma si è strutturato il lavoro che ha trovato in Fondazione con il Sud ampio consenso ed una forma di concreto sostegno perché da sempre promuoviamo processi che possano rendere attrattivi i territori del Mezzogiorno. Con altri progetti abbiamo favorito il trasferimento al Sud di ricercatori del Nord o stranieri. Perché crediamo fermamente che attrarre giovani talenti al Sud ne rafforzi il capitale sociale e quindi i processi di sviluppo. Southworking è perfettamente in linea con i nostri obiettivi”.
La Svimez, con l’avvio di un Osservatorio sul southworking intende “avviare un pacchetto di misure a sostegno del southworking che potrebbe favorire la riattivazione di quelle precondizioni dello sviluppo da troppi anni abbandonate – commenta Luca Bianchi, direttore della Svimez –. Il southworking potrebbe rivelarsi un’interessante opportunità per interrompere i processi di deaccumulazione di capitale umano qualificato iniziati da un ventennio (circa un milione di giovani ha lasciato il Mezzogiorno senza tornarci) e che stanno irreversibilmente compromettendo lo sviluppo delle aree meridionali e di tutte le zone periferiche del Paese”. Secondo Bianchi, “per realizzare questa nuova opportunità è tuttavia indispensabile costruire intorno ad essa una politica di attrazione di competenze con un pacchetto di interventi concentrato su quattro cluster: incentivi di tipo fiscale e contributivo ”; creazione di spazi di co-working; investimenti sull’offerta di servizi alle famiglie (asili nido, tempo pieno, servizi sanitari); infrastrutture digitali diffuse in grado di colmare il gap Nord/Sud e tra aree urbane e periferiche”.

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