Giornata mondiale poveri: mons. Perego (Ferrara), “tutti sentiamo il bisogno di una mano tesa” ma “tutti possiamo essere portatori di speranza per gli altri”

“Chi si chiude, chi non usa delle proprie ricchezze per il bene anche degli altri, con una preferenza per i più poveri, rischia di sprecare i talenti che il Signore gli ha dato. Il risparmio e la conservazione dei beni senza una prospettiva di condivisione rischiano non di arricchire, ma di impoverire una persona e una comunità”. Lo ha affermato ieri l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, nel corso della celebrazione eucaristica che ha presieduto in occasione della quarta Giornata mondiale dei poveri.
“Oggi la pandemia ci sta mettendo a dura prova, eppure in ogni povertà si ha l’opportunità d’incontrare il Signore, come lui stesso ci ha detto”, ha osservato l’arcivescovo, secondo cui “tutti sentiamo il bisogno di una mano tesa, tutti sperimentiamo povertà e fragilità” ma “nello stesso tempo tutti comprendiamo che possiamo essere portatori di speranza per gli altri”. “Come sempre – ha proseguito – una realtà di crisi può costituire anche, con la grazia di Dio e l’impegno degli uomini, occasione di crescita umana e cristiana”. Commentando le letture bibliche della liturgia, mons. Perego ha rilevato come “nella storia e nella vita della Chiesa, anche della nostra Chiesa, donne laiche e donne consacrate sono un esempio di testimonianza d’amore nei confronti dei più poveri che non sempre riconosciamo nelle nostre città”. “La qualità della carità – il tributo dell’arcivescovo – nella Chiesa dipende spesso – e lo vedo nelle nostre parrocchie – da numerose donne che si mettono al servizio non solo nella liturgia e nella catechesi, ma che tendono la mano al povero – come ricorda il Papa nel Messaggio della Giornata mondiale dei poveri di quest’anno – vivono la carità”. “Lo sguardo di carità verso i più poveri è un modo per mettere a frutto i talenti che il Signore ci ha dato, come ricorda la parabola evangelica di Matteo che abbiamo ascoltato. La carità e la condivisione moltiplicano i talenti e generano il centuplo quaggiù e l’eternità”, ha ammonito, riconoscendo come “questo sguardo al povero va controcorrente, in una società in cui le persone tendono a escludere più che a includere, a guardare al proprio profitto più che a condividere”.

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