“La terra non è un possesso, ma un dono. Essa ci precede e ci sarà tolta. È madre che nutre, non materia da sfruttare. Chi la coltiva con rispetto e sapienza partecipa all’opera creatrice di Dio e contribuisce alla pace tra gli uomini”. Lo ha affermato Papa Leone XIV ricevendo questa mattina in udienza privata una delegazione del Consiglio nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali, guidata dal presidente Mauro Uniformi, alla vigilia dell’apertura del XIX Congresso nazionale dal titolo “Radici nel futuro”.
Nel suo intervento – si legge in un comunicato dell’organizzazione – il Santo Padre ha rivolto un forte appello alla speranza, invitando i professionisti dell’agricoltura e della forestazione a considerare la loro missione come “una forma concreta di carità verso nostra madre Terra e verso le generazioni che verranno”. Il Pontefice ha espresso gratitudine per il lavoro silenzioso e competente di chi tutela i suoli, le acque, le foreste, ricordando che la crisi ecologica “è anche crisi spirituale” e che la cura del Creato nasce da “un cuore riconciliato con Dio e con la natura”.
Ha poi incoraggiato i dottori agronomi e forestali a farsi “artigiani di un’alleanza nuova tra scienza e coscienza”, mettendo la conoscenza tecnica al servizio del bene comune e non del profitto immediato.
La delegazione del Conaf ha presentato al Papa le linee guida del XIX Congresso nazionale, che si apre nel pomeriggio presso la Fao, per poi proseguire in Campidoglio nei giorni 6 e 7 novembre. Leone XIV ha benedetto i lavori del Congresso, auspicando che “la cura del suolo diventi anche cura dell’anima, e che ogni atto di tutela ambientale sia un atto di fede nel Dio della vita”.
Ha infine affidato i professionisti del settore alla protezione di san Francesco d’Assisi, “che seppe cantare la bellezza del creato riconoscendo in ogni creatura un segno dell’amore di Dio”. L’incontro in Vaticano si è concluso con l’impegno, da parte dei rappresentanti della categoria, a tradurre le parole del Pontefice in azioni concrete di salvaguardia, educazione e sostenibilità, perché – come ha ricordato Uniformi – “custodire la Terra significa custodire l’uomo”.