Parlamento Ue: domani il voto sulla semplificazione della Pac. Il problema resta il taglio del 20% nel nuovo bilancio europeo

Il tema Politica agricola comune (Pac) tiene banco al Parlamento europeo, dove domani è previsto il voto sulle proposte di semplificazione delle norme agricole e sul rafforzamento della posizione degli agricoltori all’interno della filiera. Un tema scottante quello della Pac, alla luce delle novità avanzate dalla Commissione con la proposta di bilancio 2028-2034: l’istituzione di un fondo unico, contestato all’unanimità dalla commissione agricoltura del Parlamento, si traduce in un taglio ai fondi agricoli di circa 80 miliardi, il 20% in meno rispetto al budget stanziato nel periodo precedente che in Italia causerebbe la perdita di quasi 8 miliardi. In previsione del voto di domani, l’Ufficio del Parlamento europeo in Italia ha organizzato un incontro con i giornalisti presenti a Strasburgo per illustrare le posizioni dei gruppi politici. Presenti Herbert Dorfmann (Ppe), Dario Nardella (S&D), Raffaele Stancanelli (PfE), Carlo Fidanza (Ecr), Cristina Guarda (Verdi) e Valentina Palmisano (The Left).
“Siamo favorevoli alle semplificazioni, ma ci opponiamo all’architettura della futura Pac che vuole convogliare i sussidi in un fondo unico”, sostiene Dorfmann. I Socialdemocratici si dicono pronti a “rigettare in toto la proposta della Commissione”, con Nardella che sottolinea l’importanza di “preservare le clausole di condizionalità in termini di lavoro, qualità, salari, legalità”. Secondo Stancanelli “l’agricoltura è fondamentale in Europa, ma serve chiarezza e non burocrazia”. “Ai produttori vanno sei centesimi per ogni euro generato, così è impossibile raggiungere una vera sovranità alimentare”. Dai Patrioti arriverà il sostegno alle proposte, pur consapevoli che – prosegue l’eurodeputato – “tutti i gruppi politici hanno criticato la nuova Pac che così perde il suo carattere comune”. Sulla stessa linea Fidanza, favorevole alle norme Omnibus ma con la richiesta di rivedere il nuovo budget Ue: “Senza una Pac garantita nel bilancio pluriennale, ogni discussione è surreale”.
Secondo Guarda, “la competitività non può tradursi in una corsa al ribasso sugli standard ambientali e sociali”. Per l’eurodeputata verde il punto sta nella “deregulation” suggerita dalla Commissione, che finirebbe per penalizzare “chi segue le regole”, mentre il problema rimane “nel mercato”. Infine, contraria al voto sulla semplificazione anche Palmisano: “C’è una evidente crisi agricola e ambientale, e le misure proposte non rispondono a esigenze strutturali, ma rischiano di incidere sulle condizionalità naturali e sociali”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia