“Le nostre domande più profonde non trovano ascolto, né risposta nello scrolling infinito sul cellulare, che cattura l’attenzione lasciando affaticata la mente e vuoto il cuore. Non ci portano lontano se le teniamo chiuse in noi stessi o in circoli troppo ristretti. La realizzazione dei nostri desideri autentici passa sempre attraverso l’uscire da noi stessi”. Ne è convinto il Papa, che nel messaggio per la Giornata mondiale della gioventù, che si celebra il 23 novembre sul tema “Anche voi date testimonianza, perché siete con me” (Gv 15,27), cita Papa Francesco: “Se non usciamo da noi stessi e dalle nostre zone di comodità, se non andiamo verso i poveri e chi si sente escluso dal Regno di Dio, noi non incontriamo e non testimoniamo Cristo. Smarriamo la dolce gioia di essere evangelizzati e di evangelizzare”. Da Giovanni il Battista, spiega ai giovani, “impariamo che la testimonianza cristiana non è un annuncio di noi stessi e non celebra le nostre capacità spirituali, intellettuali o morali”: “La vera testimonianza è riconoscere e mostrare Gesù, l’unico che ci salva, quando egli appare. Giovanni lo riconobbe tra i peccatori, immerso nella comune umanità”. Giovanni il Battista, il precursore di Gesù, per Leone “ci ricorda che il vero testimone non ha l’obiettivo di occupare la scena, non cerca seguaci da legare a sé. Il vero testimone è umile e interiormente libero, anzitutto da sé stesso, cioè dalla pretesa di essere al centro dell’attenzione. Perciò è libero di ascoltare, di interpretare e anche di dire la verità a tutti, anche di fronte ai potenti”. “Continuare la ricerca, nella Bibbia, degli amici e testimoni di Gesù”, l’invito del Papa: “Leggendo i Vangeli, vi accorgerete che tutti hanno trovato nella relazione viva con Cristo il senso vero della vita”.