
“È importante, anzi necessario, fin dal tempo del seminario, puntare molto sulla maturazione umana, respingendo ogni mascheramento e ipocrisia”. Ne è convinto il Papa, che nella meditazione rivolta ai seminaristi, in occasione del loro Giubileo, li ha esortate ad avere “un cuore mite e umile come quello di Gesù, per progredire nella maturità umana, soprattutto affettiva e relazionale”. “Tenendo lo sguardo su Gesù, bisogna imparare a dare nome e voce anche alla tristezza, alla paura, all’angoscia, all’indignazione, portando tutto nella relazione con Dio”, ha detto Leone XIV, secondo il quale “le crisi, i limiti, le fragilità non sono da occultare, sono anzi occasioni di grazia e di esperienza pasquale”. “In un mondo dove spesso c’è ingratitudine e sete di potere, dove a volte sembra prevalere la logica dello scarto, siete chiamati a testimoniare la gratitudine e la gratuità di Cristo, l’esultanza e la gioia, la tenerezza e la misericordia del suo Cuore”, il mandato del Papa: “A praticare lo stile di accoglienza e vicinanza, di servizio generoso e disinteressato, lasciando che lo Spirito Santo ‘unga’ la vostra umanità prima ancora dell’ordinazione”. L’esempio scelto è quello del Buon Samaritano, mentre l’invito è quello “non giocare mai al ribasso, non accontentarvi, non essere solo ricettori passivi, ma appassionarvi alla vita sacerdotale, vivendo il presente e guardando al futuro con cuore profetico”.