Diocesi: mons. Maniago (Catanzaro) a Rho, “la fede è un ponte che non conosce confini”

Un intenso momento di preghiera e comunione ha unito la comunità calabrese di Centrache e dintorni, riunita presso il Santuario della Madonna Addolorata di Rho, in occasione della celebrazione giubilare per la festa annuale di Sant’Onofrio. A presiedere l’Eucaristia è stato l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, mons. Claudio Maniago, in visita ai fedeli emigrati, accompagnato dal segretario don Stefano Lafranconi, originario di Centrache e dal parroco don Gregorio Rattà. Nell’omelia mons. Maniago ha sottolineato il significato di questo incontro, collocato nel tempo di grazia del Giubileo: “È un tempo propizio per riscoprire l’essenziale della nostra fede: l’incontro vivo con Cristo, che dà senso e pienezza alla vita”. Il Giubileo, ha aggiunto, “non è solo un ricordo o una tradizione, ma un’occasione per rimettere Dio al centro del cammino personale e comunitario”. Il vescovo ha poi valorizzato il significato del pellegrinaggio vissuto da molti presenti: un cammino che non è solo fisico, ma spirituale: il pellegrinaggio – ha detto il presule – è “uscire da sé stessi per andare verso Dio e verso l’altro. È un segno visibile di un cammino interiore che ci trasforma”. Mons. Maniago ha quindi spiegato che “non siamo cristiani per abitudine, ma per scelta. È un incontro che cambia la vita, e che va custodito e alimentato”. Un richiamo forte a “non dimenticare il dono ricevuto dalla tradizione familiare e comunitaria”. Riflettendo sulla figura di Sant’Onofrio, eremita e testimone radicale del Vangelo, il presule calabrese ha invitato a riscoprire la forza del silenzio, della preghiera, della fedeltà alla Parola: “in un mondo confuso e distratto, la via del silenzio e dell’ascolto ci riporta all’essenziale. Sant’Onofrio ci ricorda che solo chi si affida pienamente a Dio trova la vera libertà”, ha detto:  “la fede è un ponte che non conosce confini”.

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