Diocesi: mons. Gambelli (Firenze), San Giovanni invita a “scrutare i segni dei tempi e a interpretarli alla luce del Vangelo”

“Nel rispetto reciproco all’interno della famiglia possiamo diventare artigiani di pace nel mondo, seguendo la bella esortazione di Papa Leone: ‘Ogni comunità diventi una casa della pace, dove si impara a disinnescare l’ostilità attraverso il dialogo, dove si pratica la giustizia e si custodisce il perdono. La pace non è un’utopia spirituale: è una via umile, fatta di gesti quotidiani, che intreccia pazienza e coraggio, ascolto e azione'”. Lo ha detto oggi l’arcivescovo di Firenze, mons. Gherardo Gambelli in occasione della festa della Natività di San Giovanni Battista, patrono della città: “ci affidiamo alla sua intercessione perché ci aiuti a crescere in quella speranza che non delude perché fondata sulla fede in Gesù Cristo nostro salvatore”. Giovanni Battista, che “ha indicato il Messia presente nel mondo – ha detto –  ci aiuta ancora oggi a scrutare i segni dei tempi e a interpretarli alla luce del Vangelo, a riconoscere il Signore presente nella nostra storia difficile, a preparare ed affrettare il suo ritorno nella gloria”. Commentando il Vangelo del giorno mons. Gambelli invita a soffermarsi  “a considerare le parole e le azioni dei tre protagonisti principali del racconto: il mutismo di Zaccaria, il no di Elisabetta e la crescita di Giovanni”. Dietro la figura di Zaccaria, ed in particolare dietro il suo mutismo “possiamo scorgere la sterilità di un culto che non coinvolge la vita”, ha spiegato il presule fiorentino: il suo mutismo, “più che una punizione di Dio per non aver creduto alla parola dell’angelo Gabriele, vuole essere un segno per lui e per le persone affidate alla sua cura, del rischio di vivere una fede chiusa nelle sacrestie, nelle tradizioni e nelle abitudini. Zaccaria è muto perché è sordo, tanto è vero che i parenti devono rivolgersi a lui con cenni per sapere come voleva che si chiamasse suo figlio. Anche noi, spesso, siamo sordi alla Parola di Dio e proprio per questo siamo muti, incapaci di parlare, specialmente quando si tratta di difendere la dignità dell’uomo, fatto a immagine e somiglianza di Dio, nel rispetto del valore della vita umana dal suo concepimento fino alla sua fine naturale”. Giovanni – ha sottolineato mons. Gambelli – “non sarà un sacerdote come suo padre Zaccaria, ma un profeta”.

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