(Strasburgo) Quattro esponenti della lotta per la libertà e la giustizia. Quattro simboli. Quattro donne. In occasione delle celebrazioni per la Giornata internazionale della donna 2025, il Parlamento europeo di Strasburgo ha accolto oggi la leader delle forze democratiche bielorusse Sviatlana Tsikhanouskaya, la connazionale Palina Sharenda Panasiuk e le due attiviste ed ex prigioniere politiche ucraine Lenie Umerova e Tata Kepler. “Oggi il Parlamento rende omaggio alle donne di tutta Europa che difendono i valori che troppo spesso diamo per scontati, con spirito di coraggio e fiducia in un mondo migliore”, ha detto la presidente Roberta Metsola, sottolineando come “in Ucraina centinaia di donne e uomini portano avanti una battaglia per la libertà, mentre in Bielorussia troppe persone vengono imprigionate ingiustamente e propri diritti cancellati”.
La prima a prendere la parola è Sviatlana Tsikhanouskaya (nella foto in alto), che si rivolge all’emiciclo con risolutezza affermando: “La Bielorussia fa parte dell’Europa, e un giorno avremo il nostro posto in questa eurocamera”. Parole che suonano come una sfida al regime di Alexander Lukashenko: “La nostra battaglia per la libertà è la stessa dell’Europa. Bielorussia, Ucraina, Georgia, Moldova e Armenia vivono oggi in una zona di incertezza, di fianco a un gigante che non riconosce il nostro ruolo nella famiglia delle libere nazioni europee”, dice rivolgendosi alla Russia come una creatura malvagia. Quanto alla commemorazione della Giornata internazionale della donna, Tsikhanouskaya afferma che “le donne bielorusse non ricevono fiori ma sentenze, non sfilano per strada ma nei tribunali”, elencando poi gli oltre 1.200 prigionieri politici fra i quali compaiono anche 155 donne.
- (Photo European Parliament)
- (Photo European Parliament)
“Non vogliamo vivere nell’ombra revanscista della Russia, ma per la libertà, la sicurezza e la prosperità, gli stessi valori a fondamento dell’Europa unita”. E infine: “Putin non vuole davvero la pace, ma come un vicino ubriaco reagisce con violenza quando le cose non funzionano come vuole lui, senza mostrare alcun rispetto. Tutti si chiedono: se cadono Ucraina o Bielorussia, chi sarà il prossimo? Ecco perché la nostra battaglia per la libertà è una battaglia per l’Europa”.