Parlamento Ue: donne e libertà. Due testimonianze di donne ucraine: Russia colpevole di genocidio. Bambini presi di mira

Lenie Umerova (Foto Parlamento europeo)

(Strasburgo) La celebrazione della Giornata internazionale della donna al Parlamento europeo ha avuto anche le testimonianze di due attiviste ucraine. Lenie Umerova è una giovane ex prigioniera politica con alle spalle due anni di carcere in Russia: “Nel 2022 sono stata intercettata al confine mentre andavo in Crimea a trovare mio padre malato. Il mio unico crimine è che sono una donna tatara della Crimea che rifiuta di accettare il passaporto russo, e tanto basta per finire in carcere”. Umerova racconta con voce ferma le ingiustizie e le vessazioni subite durante la sua permanenza in carcere, dall’abuso fisico alle pressioni psicologiche, ricordando il destino crudele toccato anche alla sua famiglia in quanto tatari di Crimea. “Migliaia di persone, principalmente donne e bambini, sono state caricate su carri bestiame diretti in Uzbekistan. Due fratelli di mia nonna, di appena 3 e 6 anni, sono morti di fame: è necessario definire la storia con il suo vero nome, fu genocidio, ma quella stessa storia si sta ripetendo”. Ad oggi circa 14mila ucraini sono detenuti all’interno delle prigioni russe. “In carcere mi dicevano sempre che al mio Paese restava pochissimo tempo – ricorda Umerova –, ma io sono qui e l’Ucraina continua a combattere”. L’applauso dell’Eurocamera prima della conclusione: “I regimi autoritari di Russia, Bielorussia, Iran, Cina e Corea del Nord si sono uniti contro la democrazia: è una guerra contro la tirannia, se l’Ucraina dovesse cadere chi sarà il prossimo?”.

(Foto Parlamento europeo)

Tata Kepler (nella foto) è un’attivista e volontaria a supporto dei medici impegnati al fronte. La sua voce emozionata chiede un minuto di silenzio “per tutte le donne e tutti gli uomini uccisi dalla Russia dall’inizio della guerra”. Un ringraziamento silenzioso, un respiro profondo e l’inizio della sua storia: “Mi occupo di medicina militare e approvvigionamenti tattici, quando è cominciata l’invasione su ampia scala sono entrata nell’unità di pattugliamento dell’Ucraina”. Kepler racconta della sua attività lungo la linea del fronte, a sostegno dei civili e, soprattutto, delle vittime di violenza sessuale: “La più anziana era una donna di 75 anni stuprata dai soldati russi, la più giovane una bambina di appena 4 anni”. La voce trema, ripete: “Quattro anni”. Le parole dell’attivista raggiungono l’apice con il ricordo di una tutina che lei, insieme ai suoi colleghi, stava comprando per la bimba: “Aveva un fiocco rosa e dietro le ginocchia c’era scritto ‘stai attenta, sempre’. Ero in un negozio, di colpo piansi e urlai perché mi rendevo conto che ormai non potevo più metterla al sicuro”. Il pensiero della giovane attivista va poi alle oltre 130mila donne impegnate a tutela della sicurezza nazionale, oltre alle migliaia che aspettano il rientro dei propri cari o che hanno pianto la morte delle persone amate. “Numeri che dovrebbero farvi paura – dice rivolta agli eurodeputati – e che rappresentano il genocidio del popolo ucraino. Non è più tempo per il silenzio”. Infine i bambini, anch’essi vittime dell’orrore russo: “Un milione e trecentomila bimbi ucraini si trovano nei territori occupati, mentre almeno 2.387 sono stati feriti o uccisi dall’inizio della guerra. Un numero spaventoso”.

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