(Strasburgo) Le nuove norme proposte dalla Commissione sui rimpatri stabiliscono “chiare condizioni per la detenzione” in caso di rischio di fuga, nonché alternative alla detenzione. La detenzione può arrivare fino a 24 mesi, rispetto agli attuali 18 mesi. Non mancano norme specifiche per le persone che “presentano rischi per la sicurezza”: gli Stati membri dovranno verificare in anticipo – occorrerà poi capire come – “se una persona presenta un rischio per la sicurezza. Una volta identificati, tali individui diventano soggetti a norme severe”. La proposta della Commissione giunge persino a definire gli “Hub di rimpatrio”. “Gli Stati membri – si giustifica la Commissione – hanno chiesto soluzioni innovative per la gestione della migrazione. Questa proposta introduce la possibilità legale di rimpatriare le persone che soggiornano illegalmente nell’Ue e hanno ricevuto una decisione di rimpatrio definitiva, in un Paese terzo sulla base di un accordo o di un’intesa conclusi bilateralmente o a livello di Ue. Tale accordo o intesa può essere concluso con un paese terzo che rispetti gli standard e i principi internazionali sui diritti umani in conformità con il diritto internazionale, incluso il principio di non respingimento”. Spetta ora al Parlamento europeo e al Consiglio concordare sulla proposta della Commissione. Nel frattempo il dibattito in sede europea è già partito: le proposte della Commissione trovano sostegno ma anche qualche deciso “no” agli hub nei Paesi terzi.