In occasione della Giornata mondiale della salute mentale, la Federazione italiana comunità terapeutiche (Fict) rinnova il proprio impegno nella promozione della salute mentale e nel sostegno alle persone che vivono situazioni di disagio psichico e dipendenza.
Secondo l’esperienza maturata all’interno delle comunità terapeutiche federate, cresce il numero di persone che presentano una comorbilità tra disturbo psichiatrico e uso di sostanze, la cosiddetta “doppia diagnosi”. Si tratta di una condizione complessa che richiede interventi coordinati, continuità assistenziale e un dialogo costante tra servizi per le dipendenze e servizi di salute mentale.
“Non possiamo più pensare a compartimenti separati. È necessario costruire una rete integrata di cura, capace di leggere la persona nella sua globalità e di offrire risposte personalizzate e multidisciplinari”, afferma Luciano Squillaci, presidente della Fict.
La Federazione evidenzia come la salute mentale non possa essere ridotta all’assenza di malattia, ma vada intesa come un equilibrio dinamico che coinvolge la sfera emotiva, relazionale e sociale.
“I dati rilevati dalla Fict relativi al 2024, su un campione di 6.419 utenti dei servizi per le dipendenze – spiega il presidente – evidenziano un profilo clinico sempre più complesso, caratterizzato da un’elevata prevalenza di comorbidità psichiatriche e da un uso significativo della farmacoterapia psichiatrica: circa il 32% dell’utenza complessiva risulta in trattamento farmacologico psichiatrico. L’esigenza di supporto psichiatrico si conferma significativa in tutte le fasce d’età, con una prevalenza tra i minori (76,6%) e tra i giovani adulti (56%) in terapia”.
Dalla Relazione annuale sulle dipendenze 2025 emerge inoltre che il 12% degli studenti italiani ha utilizzato psicofarmaci senza prescrizione medica, segno che l’automedicazione e l’uso improprio di farmaci ad azione psichica rappresentano già un problema diffuso tra gli adolescenti.
Conclude Squillaci: “In questa giornata, la Fict richiama istituzioni, operatori e cittadini a una riflessione condivisa: la salute mentale è un bene comune e la sua tutela deve tradursi in politiche inclusive, investimenti nei servizi territoriali e percorsi di accoglienza sempre più concentrati sulla centralità della persona”.