Economia e società: Milano, dialogo fra Stanzione e mons. Delpini. Il segretario Cgil: “Nessuno può interpretare questa città da solo”

È stato un incontro voluto e atteso quello che si è svolto nel grande salone intitolato a Giuseppe Di Vittorio presso della Camera del Lavoro della Città metropolitana, tra l’arcivescovo di Milano e Luca Stanzione, segretario generale della Cgil Milano. Alla presenza di centinaia di persone, il loro dialogo definito dallo stesso Stanzione “irrituale”, ha avuto il senso di un riconoscere ciò che unisce. “Molto spesso, ha riconosciuto il segretario, monsignor Delpini è stato vicino. Oggi ci incontriamo in un’alleanza ideale che è alleanza della prossimità”. “Lei, arcivescovo – ha proseguito –, ha usato la parola solidarietà che significa per noi difendere i più fragili e poveri; la parola giustizia che, per noi, significa giustizia sociale. Da lei raccogliamo l’idea di inquietudine che ci induce a metterci in cammino per una società più giusta. Siamo prossimi, legati dallo stesso abbraccio con le persone che incrociamo e questo ci rende credibili, perché facciamo delle nostre convinzioni, la nostra vita. Questo ci rende meno fragili di altri che ambiscono a rappresentare, ma rimangono senza delega”.
Non manca un pensiero per Milano: “La città è cambiata, è attrattiva e vitale, ma questa vitalità ha un prezzo: ha allontanato tanta gente. L’umanità significa saper trovare se stessi negli altri. Più ci sentiamo impotenti e più siamo sfiduciati e si costruiscono comunità insicure e impoverite. Oggi servono nuove alleanze perché dalla città si levano delle grida. Milano è una città per pochi, ma la sua vera forza non è uno skyline, ma la sua capacità di integrare”. “Occorre che le classi dirigenti ritrovino il coraggio della politica, di dirsi che non stiamo vivendo bene e che le cose devono cambiare. Non esistono soluzioni pronte, per questo dobbiamo fare un cammino con le istituzioni, tutti insieme e nessuno può interpretare questa città da solo. Ed è per questo anche che siamo qui, per ripartire con umiltà, per cambiare le cose, per ritrovare un senso del vivere e del lavoro che si è perso. Come diceva papa Francesco: ‘È più importante avviare processi che occupare spazi’”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Diocesi