Infanzia: Unicef, i bambini delle comunità rom in Europa devono affrontare alti livelli di deprivazione

Secondo un nuovo rapporto pubblicato oggi dall’Unicef, i bambini delle comunità rom in quattro Paesi e territori europei affrontano molteplici privazioni. Almeno tre quarti dei bambini rom vive in abitazioni classificate come umide, buie, con infiltrazioni o deteriorate, o abitazioni senza accesso a servizi igienici o docce. In Kosovo, circa l’85% dei bambini che vivono in insediamenti rom vive in case inadeguate, hanno una bassa copertura vaccinale e tassi di frequenza e completamento scolastico inferiori rispetto alle medie nazionali. In tutti e quattro i Paesi e territori descritti nel rapporto, i bambini delle comunità rom hanno minori probabilità di andare e di rimanere a scuola e di raggiungere le competenze minime in lettura e calcolo, rispetto ai bambini delle comunità non rom. Il rapporto rileva che l’istruzione precoce può migliorare la preparazione dei bambini alla scuola primaria. Ad esempio, in Kosovo, la frequenza alla prima classe della scuola primaria tra i bambini delle comunità rom, ashkali ed egiziane che hanno partecipato a un programma di formazione per la prima infanzia durante l’anno precedente è aumentata dal 54% nel 2013 al 73% nel 2019. In Montenegro, si registra un aumento dal 24% del 2013 al 45% del 2018. Nonostante le privazioni persistano tra le comunità rom, negli ultimi anni si sono registrati alcuni progressi. “Sebbene le donne delle comunità rom non dispongano ancora di un’assistenza prenatale e postnatale sufficiente, è aumentata l’assistenza alle madri durante il parto. Si è registrato anche un aumento della registrazione delle nascite dei bambini sotto i cinque anni e un aumento dell’accesso all’assicurazione sanitaria tra i bambini. Il rapporto rileva anche miglioramenti nell’accesso alla scuola, all’elettricità, all’acqua potabile e ai trasferimenti sociali in denaro”, spiega Unicef, elogiando l’impegno assunto dai governi dei quattro Paesi e territori presentati nel rapporto a raccogliere dati sui bambini delle comunità rom, in quanto fornisce un’istantanea delle privazioni affrontate dai bambini rom nell’intera regione. Il rapporto presenta una serie di raccomandazioni sulle scelte politiche chiave necessarie per affrontare le disparità e garantire l’accesso ai servizi universali, tutte basate sulla collaborazione tra Governi, organizzazioni internazionali e società civile. Le raccomandazioni spaziano “dall’aumento della disponibilità di dati disaggregati all’assistenza in denaro, dall’inclusione sistematica dei mediatori rom nel sistema sanitario al sostegno della copertura sanitaria per le persone rom prive di documenti, in particolare per le vaccinazioni, fino al rafforzamento dei sistemi scolastici nazionali e alla sensibilizzazione dei genitori sull’importanza dell’istruzione”.

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