Diocesi: Venezia, ieri in 1.800 alla festa diocesana dei ragazzi a Jesolo. Mons. Moraglia, “vi auguro di riscoprire la speranza per viverla ogni momento della vostra vita”

(Foto Patriarcato Venezia/SIR)

Ha parlato di speranza nell’impegno quotidiano della vita il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, durante l’omelia tenuta ieri mattina al Palaturismo di Jesolo davanti ai 1.800 convenuti per partecipare alla Festa diocesana dei ragazzi.
Speranza, ha detto, “non è solo essere ottimisti, vedere sempre il bicchiere mezzo pieno o saper cogliere prima degli altri le opportunità anche se certamente vi auguro tutti questi atteggiamenti positivi. La vita però è impegno e deve mettere in conto anche le cadute perché solo così possiamo pensare di rialzarsi. Una vita facile, molte volte, non è una vita felice mentre quando si raggiunge la meta, anche dopo alcune difficoltà, tutta la fatica diventa gioia e soddisfazione”.

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Il patriarca ha quindi invitato i ragazzi a coniugare sempre al presente, nella loro vita quotidiana, alcuni verbi importanti – “condividere, creare, costruire, vivere” – e a chiedersi se davvero stanno vivendo, costruendo, creando e condividendo a partire dalla speranza cristiana che è quella descritta nella parte finale del Vangelo di Luca dove i discepoli vedono per l’ultima volta il loro Signore, prima di essere innalzato in cielo, eppure tornano felici a Gerusalemme. E questo è potuto succedere “perché Gesù era dentro di loro e aveva promesso di rimanere sempre con loro”. Dal patriarca l’invito a “vivere ogni momento nella speranza, quando si vive un momento difficile in famiglia o si affronta un’ingiustizia scolastica o c’è un bulletto che rende la vita amara, ma anche quando si ha la pagella più bella della classe e i professori ti ritengono il numero uno. La speranza è libertà interiore, non avere padroni, guardare negli occhi gli altri. La speranza è non ragionare come ragionano tutti e questa cosa alla vostra età, ma anche alla mia, è molto difficile in ogni ambiente. Non ragionare come gli altri qualche volta vuol dire, infatti, essere messi da parte ma anche potersi guardare allo specchio senza vergognarsi”. “La speranza cristiana – ha concluso – è l’esame di coscienza e il criterio di verità della mia vita. Vi auguro di riscoprire oggi la speranza e che, da ragazzo o ragazza di speranza, siate capaci di qualcosa di fronte a cui gli altri si pongono delle domande”. Alla celebrazione della messa ha partecipato anche il sindaco di Jesolo, Christofer De Zotti.

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“Sognate ragazzi. Ma non vale la pena cercare di diventare Cristiano Ronaldo se non si è felici”. Anche l’attore e regista Simone Riccioni, con la sua scuola di recitazione e il cast del suo ultimo film “Neve”, è stato presente alla festa dei ragazzi ieri al Palaturismo di Jesolo Lido. Il tema della speranza è stato scelto dalla Pastorale giovanile dei ragazzi del Patriarcato di Venezia per ispirare e incoraggiare. Il triennio pastorale 2024-2026 sarà così incentrato sulla prospettiva a lungo termine per non agire in modo episodico nella vita dei ragazzi, ma accompagnarne i passaggi cruciali. Una tappa fondamentale sarà il Giubileo 2025 il cui titolo, “Pellegrini di speranza”, vede questa festa già orientata a questo grande momento. Per la Pastorale dei ragazzi si ipotizza di tornare ad Assisi in pellegrinaggio a marzo 2026, come già lo scorso anno.

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