Beni confiscati: Libera, “22.548 gli immobili destinati ai sensi del Codice antimafia con incremento del 14% rispetto allo scorso anno”

In occasione dell’anniversario Libera ha elaborato i dati dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (al 22 febbraio 2024) dove “sono 22.548 i beni immobili (particelle catastali) destinati ai sensi del Codice antimafia (+14% rispetto al 2023) mentre sono in totale 19.871 gli immobili ancora in gestione ed in attesa di essere destinati. Sono invece 3.126 le aziende destinate (+77% rispetto al 2023) mentre sono 1.764 quelle ancora in gestione”.
A livello territoriale, “in Sicilia sono 7.727 i beni immobili (particelle catastali) destinati mentre sono 8.656 gli immobili ancora in gestione ed in attesa di essere destinati. Segue la Calabria con 3.137 i beni immobili (particelle catastali) destinati mentre sono 1.880 gli immobili ancora in gestione e in attesa di essere destinati e la Campania con 3.106 beni immobili (particelle catastali) destinati mentre sono 3.416 gli immobili ancora in gestione ed in attesa di essere destinati. Nel Nord Italia spicca la Lombardia con 1.590 beni immobili (particelle catastali) destinati mentre sono 1.552 gli immobili ancora in gestione ed in attesa di essere destinati”.
Cambia di poco la geografia regionale sul fronte delle aziende: “In Sicilia sono 551 le aziende destinate mentre sono 913 quelle ancora in gestione. Segue la Campania con 330 aziende destinate mentre sono 669 quelle ancora in gestione e Lazio con 259 aziende destinate mentre sono 449 quelle ancora in gestione”.
Nel dossier “Raccontiamo il bene” – “Le pratiche di riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie”, Libera presenta una prima mappatura sul riutilizzo sociale dei beni confiscati in Europa e America Latina. In Europa, la mappatura di Libera ha contato 19 Stati membri nei quali esiste una legislazione specifica sull’uso dei beni confiscati per scopi di interesse pubblico o sociali. Sono 18 esperienze di riuso pubblico e sociale escludendo quelle italiane: due in Spagna, tre in Romania, in Bulgaria e Belgio, una in Francia e Olanda e cinque in Albania. Tra le diverse pratiche di riuso incluse nella mappatura, la caratteristica comune è la finalità di inclusione, promozione cooperativa ed economia sociale, impegno giovanile, servizi alle persone, rigenerazione urbana e sostenibilità ambientale. In assenza di specifiche normative che qualifichino il delitto di “organizzazione criminale di tipo mafioso” e regolino la confisca dei beni, in America Latina il sequestro si applica principalmente su beni mobili e immobili collegati a crimini gravi come il narcotraffico o la tratta di esseri umani, come descritto dalla Convenzione di Palermo dell’Onu nel 2000. Secondo la mappatura di Libera sono 7 le esperienze di riutilizzo sociale, quattro in Argentina e tre in Columbia.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori